«Il dirigente del settore Patrimonio, Attività tecnologiche e Protezione civile – afferma l’assessore all’Igiene Urbana Paolo Cilli – ha effettuato una puntuale analisi dei maggiori costi sostenuti dall’Amministrazione Comunale, dovuti al mancato raggiungimento delle percentuali di differenziata previsti dal Decreto legislativo 152/2006. I valori di raccolta differenziata a Montesilvano si sono purtroppo fermati intorno al 23%. Un dato ben lontano dal 65% previsto invece dalla legge. Tutto questo ha ingenerato costi di smaltimento superiori, proprio a causa di una maggiore quantità di rifiuti indifferenziati rispetto a quelli differenziati».
A tale richiesta, fondata su elementi tecnici, il Comune ne ha affiancata una anche per il danno all’immagine. «Nel corso degli ultimi anni – dice ancora Paolo Cilli – la città di Montesilvano ha subito pesanti ripercussioni in termini di immagine. Cittadini, turisti e commercianti hanno ripetutamente segnalato situazioni di degrado. La ditta avrebbe dovuto operare una campagna informativa con cui sensibilizzare i cittadini a differenziare correttamente i rifiuti. Tale inadempienza, che abbiamo puntualmente sottolineato e sanzionato alla ditta stessa, si è palesemente riflessa sull’immagine stessa della città. Abbiamo dovuto gestire e fronteggiare, inoltre, in più di un’occasione – aggiunge l’assessore – gli scioperi e le agitazioni proclamati dai lavoratori della Tradeco, dovuti ai ripetuti ritardi nell’erogazione degli stipendi. Tutto questo, riportato dagli organi di stampa, ha messo in discussione l’immagine e la rispettabilità di una città che trova la sua principale vocazione nel turismo. Intendiamo restituire quanto in questi anni è stato tolto ai montesilvanesi, in termini di qualità dell’ambiente in cui viviamo, nonché di immagine».
Il Comune ha già ottenuto tre sentenze a suo favore. Ciò a conferma della fondatezza e della solidità delle contestazioni sollevate dall’Ente. Il Tribunale delle Imprese de L’Aquila ha rigettato per due volte la richiesta della Tradeco di sospendere la determinazione del dirigente con cui, il 25 febbraio di quest’anno, veniva risolto il contratto con la società. Rigettata anche l’istanza presentata per richiedere l’annullamento della determina di affidamento del servizio di raccolta alla seconda classificata nella graduatoria della gara di appalto.
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