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Comunicare l’innovazione, il 3 dicembre seminario a Teramo

da Redazione

comunicare l'innovazioneTERAMO – Oggi si fa un gran parlare di startup, digitale, economia dell’innovazione… Quanto – soprattutto nel nostro Paese – c’è di vero e quanto invece si tratta di una moda? C’è una via d’uscita dall’escamotage delle startup come propaganda politica che rischia di illudere un’intera generazione? Quale?

Queste saranno alcune delle domande a cui si cercherà di dare una risposta nel corso del seminario organizzato a Teramo dall’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo e dall’associazione “L’Aquila che rinasce” (03 dicembre, a partire dalle 9 e 30, presso l’Aula 4 della Facoltà di Scienze della Comunicazione).

Per Salvatore Santangelo (giornalista professionista, tra gli organizzatori dell’evento): “Effettivamente il digitale con tutte le sue declinazioni – Cloud, Big Data, smart home, smart working, proliferazione dei device e disponibilità di contenuti digitali su qualunque tipo di terminale – sta creando una vera rivoluzione nell’economia mondiale. Non a caso si parla di un Big Bang disruption. Siamo di fronte a un fenomeno che sta avendo un profondo impatto su tutti i settori, anche i più tradizionali. Pensiamo agli alberghi il cui modello di business è spiazzato dall’ingresso sul mercato di una startup come Airbnb o a quello che comporta un’app come Uber per i tassisti. Il problema è che l’Italia (ma anche l’Europa) purtroppo occupa un ruolo marginale in questa rivoluzione: i dati ci dicono che nel nostro Paese, il complesso dell’economia digitale ha un’incidenza sul Pil solo del 4,9% con un valore aggiunto dell’economia dell’innovazione che non supera il 2,5%. Numeri che ci collocano molto dietro rispetto alle principali economie avanzate”.

Cosa può fare allora la comunicazione per sostenere le startup?

“Saper raccontare i prodotti, le origini, l’ambiente, le donne e gli uomini che sono gli attori di questo tentativo di dar vita a un nuovo rinascimento italiano: in una parola fare storytelling. Questo termine che in Paesi privi del nostro significativo passato industriale, manufatturiero, artigianale può avvicinarsi di più al concetto di inventarsi una storia, mentre – aggiunge Santangelo – da noi assume un senso più concreto e reale: quello di recuperare i racconti che contribuiscono a spiegare l’eccezionalità dei nostri prodotti, per promuoverli”.

Questo, senza comunque trascurare gli aspetti critici e alcune ombre che accompagnano questo percorso. Nel seminario sono previsti gli interventi di Riccardo Cicerone, Armando Floris, Rocco Micucci, Stefano Panella, Chiara Patitucci e Laura Tinari. Il corso – inserito nel ciclo “Onda d’innovazione” – permette di conseguire 4 crediti validi per la formazione obbligatoria dei giornalisti.

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