Ieri sera il debutto del tour mondiale ‘L’Amore non ha Età’
CHIETI – Un autentico viaggio nella storia della musica, spaziando da ‘I’ve got you under my skin’ a ‘Io che non vivo’, da ‘New York, New York’ al classico e attesissimo ‘Malafemmena’, con le mille incursioni verbali di un Teddy Reno che perfettamente rilassato e a suo agio per il suo ritorno sul palcoscenico, ha dialogato per due ore e mezza con il pubblico, in un continuo intreccio di ricordi, racconti di episodi inediti della sua vita, per poi passare ai suoi progetti per il futuro, con il tour mondiale che lo porterà di nuovo a oltrepassare l’oceano, a caccia della nuova ‘canzone italiana più bella al mondo’.
Accanto a Teddy Reno, Ferruccio per gli amici, una straordinaria Sylvia Pagni al pianoforte, alla fisarmonica, e alla voce, e un’altrettanto straordinaria Elisa Riccitelli, che dai suoi 20 anni appena, si è perfettamente calata nel clima degli anni ’50, ’60 e ’70, riproponendo in veste riarrangiata pezzi indimenticabili. Ha saputo toccare i tasti dell’emozione e dell’amarcord la data zero dello spettacolo ‘L’Amore non ha Età’ che ha visto sulla scena del SuperCinema di Chieti il Trio-Tregenerazionale di Teddy Reno, Sylvia Pagni ed Elisa Riccitelli, un recital che a partire da giugno calcherà i teatri d’Italia, d’Europa, con tappe già fissate in Sudamerica, una produzione dell’Agenzia The MacLive di Antonio Moccia.
Alle 21.30 il sipario si è aperto sui 10 elementi della Nuova Orchestra Abruzzese, la N.O.A.,composta rigorosamente da musicisti abruzzesi sottoposti a un’attenta selezione e che accompagneranno il Trio per tutta la durata del tour mondiale. Quindi poche note del maestro Sylvia Pagni hanno introdotto il ritorno sulla scena, tra gli applausi, di Teddy Reno, mano nella mano con la giovane Elisa, per l’esordio con i brani di Frank Sinatra.
“Il mio mito da ragazzo – ha raccontato Teddy Reno subito dopo al suo pubblico -, la musica mi ha salvato durante la guerra, e poi è diventata la mia strada, il mio presente e il mio futuro. E con il Trio intendo continuare a cantare ancora per anni e anni, un buon auspicio per i miei 90 anni, che compirò tra due mesi e due giorni e se proprio dovrò morire, vuol dire che lo farò nel modo più bello, cantando su un palco”. Teddy Reno ha poi raccontato l’incontro con Totò, che lo scelse per girare il film ‘Totò, Peppino e la Malafemmena’, e le settimane che il ‘Principe de Curtis’ gli dedicò per insegnare a lui, triestino di nascita, a cantare in napoletano, per abbracciarlo ogni volta che riusciva a interpretare ‘Malafemmena’ nel modo più perfetto, introduzione dell’omaggio a Totò, ripercorrendo le canzoni più famose.
Poi il racconto del suo incontro con Rita Pavone, “da assessore alla cultura del Comune di Ariccia, vicino Castel Gandolfo, mi ero inventato il Festival degli Sconosciuti, con in giuria dei mostri sacri dello spettacolo come Alberto Sordi, Nino Manfredi, Totò e Anita Ekberg. A un certo punto, tra tante maggiorate, ecco che si presenta una ragazzina, vestita in maniera modesta, che parlava solo in torinese, ma con una sicurezza sbalorditiva, pronta a tenere testa a tutti, compreso il maestro d’orchestra. Lì ho capito che c’era della stoffa in quella ragazzina, che ancora oggi è una delle cantanti italiane più popolari al mondo”.
Quindi il ricordo dell’incontro con il Presidente dell’Argentina Peròn e la moglie Evita, e sullo schermo è apparsa la stessa Pavone che interpretava ‘Dont’ Cry for me Argentina’, che ha commosso Teddy Reno. “Sono stato un talent scout – ha detto Reno al pubblico – e per questo oggi scommetto sul futuro di Elisa Riccitelli”, alla quale ha lasciato il palco da solista, per poi cedere lo spazio a Sylvia Pagni, diplomata al Conservatorio ‘Santa Cecilia’ di Roma, reduce dalla Scala di Milano dove, in passato, ha accompagnato artisti del calibro di José Carreras, Placido Domingo e Pavarotti, oggi titolare della Sylvia Pagny Music Center a Pineto, che ha interpretato brani di musica classica da lei stessa riarrangiati in chiave moderna, per poi imbracciare la fisarmonica tra gli applausi dei presenti. Sul palco sono poi saliti alcuni dei bambini del Coro di Scerni di Pineto che, con il Trio-Tregenerazionale, hanno interpretato il brano ‘Uno Come Noi’, dedicata a Papa Francesco e cantata in piazza San Pietro, in sua presenza, in occasione del suo settantanovesimo compleanno.
“Era il Natale 2013 – ha raccontato Teddy Reno – quando è squillato il telefono di casa. Ha riposto Rita, il suo interlocutore, dall’altra parte della cornetta, l’ha ricoperta di complimenti per poi dirle che era ‘uno che lavorava in Vaticano’, e quando Rita gli ha chiesto il nome, ha risposto ‘mi chiamano Papa Francesco’. Impossibile da credere, pensavamo a uno scherzo, e invece era vero e ci invitava in piazza San Pietro, è stato un incontro formidabile, è veramente uno come tanti, uno di noi”.
E dopo le altre incursioni musicali, il Trio ha svelato il progetto che lo vedrà impegnato almeno per tutto il prossimo anno: “Lo spettacolo con cui oggi abbiamo debuttato nella data zero fa infatti parte del progetto umanitario mondiale ‘Va Pensiero! Forza Canzone d’Italia nel Mondo’, patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri, dalla Regione Abruzzo e dall’Expo-Milano, per la ricerca della grande melodia italiana inedita nel mondo. Tutto nasce dalla semplice considerazione che, ancora oggi – ha ricordato Teddy Reno -, la canzone italiana più nota e più ascoltata ovunque è, senza ombra di dubbio, ‘O sole mio’, lanciata nel 1904 da Enrico Caruso, tanto che decine di artisti l’hanno riproposta, compresa una star del calibro di Elvis Presley che propose la versione inglese ‘It’s Now or Never’. Ecco, dopo 114 anni, comunque ‘O Sole mio’ resta la canzone italiana più grande, anche all’estero, nel tempo ci sono stati bei brani, ma nessuno è più riuscito a eguagliare quel primato. Noi, attraverso il nostro progetto, andremo nei 5 Continenti per cercare di trovare delle belle romanze, delle belle melodie che possano essere riarrangiate, modernizzate, facendo emergere anche nuovi talenti”.
E ovviamente, immancabile, il Trio ha lanciato ‘O Sole mio’ tra gli applausi. A chiudere lo spettacolo due cameo: il primo affidato a un cantautore di Chieti, Francesco Minniti, “abbiamo deciso che in ogni città in cui andremo – ha spiegato Sylvia – consentiremo a un cantautore di esibirsi con noi, un modo per scovare nuovi talenti”, e subito dopo a Loris Cattunar, che ha riportato sul palco la melodia di Elvis Presley.
La sorpresa finale la torta, da condividere con il pubblico, per celebrare l’inizio del tour, “il nostro è solo un arrivederci – ha annunciato Teddy Reno -; ormai dopo l’incontro e l’unione artistica con Sylvia ed Elisa anch’io mi considero abruzzese, e quindi torneremo presto qui, dove tutto è cominciato”.