La Fab-Cna: ritardi inammissibili per la nuova normativa, fermi investimenti e occupazione
PESCARA – Le imprese abruzzesi della balneazione, aderenti alla Fab-Cna, parteciperanno questa mattina a Roma, insieme alle altre sigle del settore, alla manifestazione nazionale indetta per sollecitare una nuova normativa in materia di rinnovo delle concessioni demaniali marittime e per il superamento della procedura d’infrazione aperta dall’Unione europea contro l’Italia.
Ha spiegato il segretario regionale Cristiano Tomei:
alle 11 di domani saremo in piazza Navona per confermare tutta la preoccupazione rispetto allo stato di stallo in cui si trova la vicenda e per esprimere il nostro timore che le concessioni demaniali marittime possano scomparire dopo il 2015: bisogna tracciare una strada certa che metta le imprese in condizione di lavorare, con norme che tutelino gli investimenti già effettuati e realizzati, garantendo un futuro che vada ben oltre il 2015. Vogliamo tornare a porre all’ordine del giorno i problemi posti unitariamente all’attenzione dell’esecutivo, come l’uscita dalla procedura d’infrazione a suo tempo avviata dall’Ue, l’approvazione di una legge quadro che contenga una norma transitoria e il riconoscimento degli investimenti effettuati.
Paghiamo l’assenza decennale di una moderna e aggiornata legislazione di settore che rischia di penalizzare irreparabilmente un sistema imprenditoriale che ha costituito un’offerta economico-turistica di elevata qualità, caso pressoché unico in Europa.
Lo stato di preoccupazione e di incertezza sul futuro che investe la categoria – un ventaglio ampissimo di operatori che abbraccia stabilimenti balneari, hotel, camping, villaggi turistici – viene confermato dalla stasi degli investimenti e dall’incertezza che regna sovrana all’interno di operatori professionali qualificati, a forte rischio di occupazione.
Ha proseguito Tomei:
in questo momento occorre mettere da parte le differenti vedute delle diverse sigle associativeper salvaguardare il turismo balneare italiano: l’unità sindacale e la coesione della categoria rappresentano due fatti imprescindibili che bisogna difendere a ogni costo. In questo contesto, la bozza di riforma predisposta dal ministero degli Affari regionali pur non recependo in maniera esaustiva le richieste unitarie della categoria, può costituire una costruttiva base di partenza per l’archiviazione della procedura d’infrazione e per la definizione di una legge quadro. Il ritardo che non possiamo più tollerare è la parte riguardante l’intesa con le Regioni: un’attesa non più sopportabile dalle imprese della balneazione, che attendono risposte concrete per il loro futuro.