I ragazzi dell’istituto alberghiero hanno realizzato un cortometraggio in ricordo dei bambini del ghetto ebraico di Terezin
VILLA SANTA MARIA – L’istituto alberghiero I.P.S.S.A.R. di Villa Santa Maria finalista della diciassettesima edizione del concorso nazionale “Filmare la storia”, organizzato dall’ Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza e rivolto alle scuole e ai videomaker che realizzano opere con attenzione alla didattica della storia contemporanea. A ritirare il riconoscimento virtuale, poiché le premiazioni sono avvenute ieri pomeriggio in diretta streaming, la classe quinta A che ha scelto di ricordare i bambini del ghetto ebraico di Terezìn attraverso “Brundibar – il Teatro per la Libertà”, un cortometraggio toccante e originale che arriva dritto al cuore con il suo messaggio di speranza.
«Come componente dell’amministrazione comunale – spiega la consigliera comunale Ilaria Trivellato – mi sento di portare il pensiero di tutti i consiglieri e del Sindaco ringraziando questi giovani che sono il simbolo di un Italia che oggi cerca di uscire da un periodo buio, sono giovani che non si sono fermati ma hanno guardato oltre. Sono alunni dell’ultimo anno che più degli altri stanno soffrendo per la chiusura un po’ anomala del loro percorso scolastico e questo premio apre loro uno spiraglio importante». «Grazie ragazzi per essere stati per qualche anno cittadini del nostro paese e per averlo reso ancora più celebre al mondo con questa vittoria – aggiunge – la scuola alberghiera è la linfa vitale del nostro comune, senza di essa Villa non sarebbe la stessa».
Il film vincitore del concorso si inserisce all’interno del progetto “Io non dimentico”, coordinato dalle professoresse Iaforte Maria Luisa e Carminetti Martina e sostenuto dalla dirigente Giovanna Ferrante.
I ragazzi, attraverso l’opera vincitrice del concorso, si chiedono cosa sia davvero la libertà e lo fanno ripercorrendo una pagina triste della storia maturando l’idea che essa sia una conquista che sottenda una responsabilità e richieda impegno da parte di coloro che la desiderano.
“La libertà è un canto libero di un coro di bambini rinchiusi nell’orrore di un ghetto ebraico, il ghetto di Terezìn – si legge nella spiegazione del cortometraggio – la libertà è la musica che permette loro di sognare un futuro migliore, di sperare, anche quando la speranza non è più possibile. L’opera per bambini “Brundibàr” rappresentò questo per gli ebrei, un inno alla libertà, non solo perché dimostrò che il tiranno poteva essere sconfitto, ma soprattutto perché donò ai protagonisti dello spettacolo una realtà parallela che li aiutò a combattere l’orrore della quotidianità dello sterminio nazista. L’arte li liberò, anche se in alcuni casi non poté sconfiggere la morte”.