Sulla linea ferroviaria Pescara-Roma serve razionalizzazione offerta. “Assistiamo a cambiamenti strategici da spettatori e non da protagonisti”
PESCARA – Sopprimere le fermate poco utilizzate; utilizzare convogli che permettano di avere una maggiore velocità rispetto a quelle attuali; migliorare l’infrastruttura tra Avezzano e Roma per permettere ai treni di percorrere la tratta più velocemente; definire quale vettore privilegiare tra gomma e ferro, eventualmente integrando le due modalità di trasporto. Sono le proposte, per quanto riguarda la linea ferroviaria Pescara-Roma, avanzate da Confartigianato Abruzzo, secondo cui «si rende necessario far uscire l’Abruzzo dall’isolamento infrastrutturale in cui versa, che pone la regione ai margini del sistema Italia».
Il segretario regionale dell’associazione, Daniele Giangiulli, ed il presidente di Confartigianato Abruzzo Trasporti, Gabriele Sillari, nel definirsi «d’accordo» con quanto dichiarato dall’amministratore delegato di Trenitalia, Barbara Morgante, in un’intervista dei giorni scorsi, sottolineano che, sulla Pescara-Roma, «sarebbe opportuno razionalizzare l’offerta, per esempio prendendo in considerazione l’integrazione tra ferro e gomma. L’Abruzzo – affermano – si affida a due vettori, entrambi pubblici, uno per la gomma ed uno per il ferro, e, di fatto, si crea una concorrenza all’interno del servizio pubblico».
«Per quanto riguarda l’infrastruttura ferroviaria gestita da Rfi – aggiungono – è evidente che vada migliorata. Con una rete più moderna ed efficace, aumenterebbe la velocità dei treni, garantendo un collegamento rapido tra i due mari. Attualmente, invece, i tempi di percorrenza ferroviari richiedono circa quattro ore, ad un costo di 13 euro e, di conseguenza, gli utenti preferiscono altre soluzioni, come l’autobus, che garantisce il trasferimento in meno di tre ore a 15 euro. Il treno, quindi, è un mezzo poco utilizzato, gli introiti sono minimi e, proprio per questo, non è vantaggioso investire per migliorare la rete».
Più in generale, secondo Confartigianato, è necessario «far uscire l’Abruzzo dall’isolamento infrastrutturale. Le autostrade, nella nostra regione – ricordano Giangiulli e Sillari – sono a due corsie per ogni senso di marcia, mentre, ad esempio, l’A14, da Bologna e fino alle Marche è a tre corsie. La linea ferroviaria Adriatica, inoltre, permette di raggiungere velocità accettabili solo fino ad Ancona. L’arretratezza infrastrutturale pone la nostra regione ai margini del sistema Italia, con grave danno per tutta l’economia regionale; le nostre imprese sono escluse di fatto dalla competizione globale».
«Il Paese sta facendo sforzi enormi per colmare il deficit infrastrutturale rispetto ai nostri competitori europei; si pensi alla Piattaforma logistica nazionale (UirNet), sistema per la crescita e la competitività della logistica, e alla riforma delle Autorità portuali. I nostri porti sono passati sotto l’Autorità di Ancona e non di Civitavecchia come Confartigianato auspicava. Noi, purtroppo – concludono Giangiulli e Sillari – assistiamo a questi cambiamenti strategici da spettatori e non da protagonisti».