TERAMO – Sabato 25 settembre ha fatto tappa a Teramo, nel Parco della Scienza, il Congresso nazionale della FNOPI (Federazione Nazionale Ordine Professioni Infermieristiche) che si è svolto in modalità “on the road”, toccando tutte le regioni italiane per rispettare le norme anti-Covid che impediscono la presenza in contemporanea di migliaia di infermieri in un’unica sede congressuale.
All’evento ha partecipato l’intero consiglio nazionale presieduto da Barbara Mangiacavalli: “L’idea alla base del congresso nazionale itinerante è di mettere in evidenza le buone pratiche assistenziali che gli infermieri hanno adottato in questi anni, spesso come studi pilota – ha spiegato la presidente della FNOPI – raccoglierle e documentarle alla fine del tour, che si concluderà a maggio, e consegnarle alle istituzioni per far vedere quali esiti di salute portano questi modelli organizzativi e assistenziali che mettono al centro la persona assistita”.
Per l’occasione sono stati illustrati diversi progetti infermieristici legati al territorio: “Siamo orgogliosi di essere stati scelti per la tappa abruzzese del congresso nazionale della FNOPI – ha dichiarato Cristian Pediconi, presidente dell’OPI di Teramo – Sono stati premiati quattro progetti molto validi, due dei quali presentati dalla Asl di Teramo, per far capire l’importanza della professione infermieristica. Speriamo che le istituzioni regionali ci coinvolgano sempre più perché gli OPI devono essere presenti nei tavoli tecnici dove viene ridiscusso l’utilizzo degli infermieri per migliorare l’assistenza sanitaria”.
Molte autorità presenti, ma non è passata inosservata l’assenza del presidente della Regione, Marco Marsilio, e dell’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì. Critici i vertici provinciali degli ordini professionali: “Riscontriamo che deve essere fatto qualcosa di più perché non si può ripensare un servizio sanitario regionale a misura di cittadino se non si ascoltano gli interlocutori – ha dichiarato Maria Luisa Ianni, presidente dell’OPI de L’Aquila – Abbiamo firmato un protocollo d’intesa a maggio 2020, in piena pandemia, e quando è stato necessario chiedere aiuto agli infermieri, gli infermieri ci sono stati e hanno fatto il massimo. Ora deve svilupparsi la sanità territoriale e il cosiddetto ospedale-territorio non si può pensare senza di noi”.
Le ha fatto eco la presidente dell’OPI di Pescara, Irene Rosini: “In Abruzzo siamo indietro rispetto ad altre regioni italiane perché non ci sono ancora i dirigenti infermieristici e l’autonomia, riconosciuta sulla carta, non è ancora applicata a livello istitutivo. Vorremmo dire la nostra nella gestione degli infermieri. Auspichiamo interventi rapidi al fine di colmare questa lacuna”.
Per Giancarlo Cicolini, presidente dell’OPI di Chieti, “la presenza degli infermieri sul territorio è sempre mancata nel nostro sistema sanitario nazionale e si è visto soprattutto durante la pandemia. L’infermieristica di comunità riesce anche a garantire la continuità tra ospedale e territorio indispensabile per migliorare l’attuale sistema sanitario”.