CHIETI – Venerdì 15 e sabato 16 novembre, presso l’Auditorium del Rettorato nel Campus di Chieti dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, si svolgerà il XXIII Congresso Nazionale di Psicologia Giuridica, organizzato dall’Associazione Italiana di Psicologia Giuridica in collaborazione con i Laboratori di Psicologia Forense e di Psicologia Clinica del Dipartimento di Psicologia dell’Ud’A.
Il Congresso è patrocinato da: Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP), Università G. d’Annunzio di Chieti-Pescara, Dipartimento di Psicologia (DiPsi) dell’Università G. d’Annunzio, Università Europea di Roma, Centro Studi Psicologia Applicata – Istituto di Formazione e Ricerca Scientifica CEIPA. Il tema del Congresso è la violenza agita e subita dagli adolescenti. Il programma prevede tre tavole rotonde con un dibattito tra i relatori invitati. Il venerdì mattina il focus sarà sull’adolescenza tra punti di riferimento e di rottura nel processo evolutivo; venerdì pomeriggio sugli aspetti devianti e/o psicopatologici dell’agito aggressivo e il sabato mattina sugli adolescenti vittime. I relatori che interverranno sono professionisti di elevata qualificazione che operano nell’ambito forense (magistrati, avvocati, dirigenti delle Forze dell’Ordine e psicologi).
“Il Congresso – spiega la professoressa Maria Cristina Verrocchio, docente di Psicologia Clinica presso il Dipartimento di Psicologia (DiPsi) della “d’Annunzio” – si occuperà di una tematica molto rilevante che è quella della violenza in età adolescenziale. La società tutta e i professionisti che si occupano di queste situazioni hanno bisogno di effettuare riflessioni interdisciplinari sia per comprendere meglio questo fenomeno sia per trovare soluzioni adeguate che debbono essere attuate a più livelli e da diverse istituzioni. La presenza di illustri relatori di comprovata esperienza scientifica e professionale – sottolinea la professoressa Verrocchio – offrirà un confronto tecnico e operativo tra discipline e professioni diverse in relazione sia ai perpetratori di violenze sia ai giovani che le subiscono.
Occuparsi delle diverse forme di violenza che vengono agite dagli adolescenti, dell’impatto dei social media, delle conseguenze che patiscono le vittime, di interventi giudiziari e clinici efficaci – spiega la professoressa Maria Cristina Verrocchio – è una responsabilità sociale urgente e indifferibile. Proveremo, dunque, a entrare nel mondo dei giovani da diverse prospettive – conclude la professoressa Verrocchio – per attivare nuove consapevolezze, anche partendo dai risultati della ricerca scientifica, che possano orientare buone prassi per tutti i professionisti che intervengono nei casi di violenze perpetrate tra i giovani”.