D’Alfonso: “Corro perchè ho tanto lavoro”
PESCARA – Consiglio regionale a Pescara, martedì pomeriggio prima parte dedicato alla Question Time e seconda parte del consiglio dedicato alla giornata del ricordo. Numerose le interrogazioni avvenute da parte dei consiglieri dell’opposizione, in particolare spicca quella di Mauro Febbo riguardante il ricorso avverso ordinanza del Prefetto dell’Aquila su verbale al presidente Luciano D’Alfonso, inerente alle multe prese per eccesso di velocità sull’autostrada; ed in merito a questa questione non si fa attendere la risposta del Governatore:
“Da presidente della Provincia, ho fatto 200 mila chilometri all’anno, da sindaco ne ho fatti 250 mila, non conosco il conteggio in chilometri da presidente della Regione. Di dossier aperti ne vedo tanti. Mi sarebbe dispiaciuto se i miei 53 procedimenti fossero impattati su una condotta amministrativa che avesse portato solo all’incontro con la Coca Cola. Io ho fatto invece 554 interventi decisivi per il territorio. E quello del 1 agosto è uno di quelli.
Quella riunione era non sconvocabile, pena l’infruttosità a danno dell’Abruzzo. Portavo in macchina, presumo senza autorizzazione, il rappresentante del comitato “No rete Snam” di Sulmona, Mario Pizzola. Credo fosse lui, ma certamente era un essere maschile. Non ho mai chiesto all’autista che mi accompagnava a Roma per l’incontro con il vice ministro allo Sviluppo industriale, Claudio De Vincenti, di spingere il piede sull’acceleratore. Anche perchè, quando viaggio, cerco di utlizzare il poco tempo a disposizione per studiare i dossier e preparare le riunioni di lavoro. Ho lentezza nella comprensione e un grande carico di lavoro, e non ho trovato ancora una persona che mi aiuti in macchina. Mi impegnerò a evitare che le forze dell’ordine si debbano occupare del riordino della mia condotta”.
Poi affronta la questione del ricorso:
“Nasce dalla tutela prevalente della condizione giuridica di colui che mi trasporta, presumo che il giudice di pace valuterà, nella sua genuina attività, di cosa si tratta questa fattispecie. Mi farebbe piacere pagare per intero la multa, sto facendo fare i conti da un avvocato esterno alla Regione e pagherò le spese per gli 11 minuti impiegati a riscriverlo”.
Rispondendo ad una interrogazione sulla piattaforma informatica sanitaria Dedalus, costata 5 milioni di euro e non entrata mai in funzione, il presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, non senza aver ricordato che
“Quel regalo risale al 2006”, ha sottolineato che “nella vicenda c’è stato un colpevole vuoto contrattuale di capitolato. In sostanza, è mancata una specifica prefigurazione progettuale. Diversamente, si sarebbero prodotti i presupposti per la piena implementazione del sistema”.
D’Alfonso, a tal proposito, ha assicurato che favorirà “l’insediamento di una Commissione permanente di approfondimento che consenta di fare luce sulle responsabilità in ordine alla vicenda Dedalus” ed al tempo stesso si adopererà per far recuperare piena efficienza operativa alle strutture regionali come, ad esempio, l’Arit i cui 23 dipendenti dovranno essere messi nelle condizioni di non disperdere la propria professionalità.
“É mai possibile che la Regione Abruzzo abbia quattro livelli di infrastrutturazione informatica?” – si è chiesto D’Alfonso. “Tutto questo è successo anche perchè il piano prestazionale degli obiettivi dei dirigenti della Regione è ‘acqua San Gemini’. Cioè non è misurabile. É stato sostanzialmente questo stato di cose – ha concluso – a produrre fantasmi come Dedalus visto che in Abruzzo a comandare le danze sono stati quasi sempre i portatori di interesse mentre la struttura amministrativa dirigenziale non ha mai vigilato. Ben venga la piattaforma informatica digitale ma occorrerà partire da una attenta ricostruzione dei dati”.