PESCARA – Non si placa la polemica tra consiglieri del Pd e l’assessore alle Finanze Eugenio Seccia sul ‘caso’ delle
consulenze -incarichi . I Consiglieri comunali Enzo Del Vecchio e Giuliano Diodati affermano in una nota:
Seccia inciampa nelle consulenze-incarichi
Se ancora una volta l’opposizione scivola su una buccia di banana, sarà bene che, una volta per tutte, il Sindaco Mascia, appena i suoi viaggi glie l’ho permetteranno, richiami la società ATTIVA ad una più attenta pulizia di questa Città.
Purtroppo non sono le bucce di banana a mettere in difficoltà l’opposizione quanto è l’amministrazione ad essere alla frutta se l’assessore competente alle Finanze, Eugenio Seccia, all’allarme lanciato dal PD sulle troppe consulenze in atto al Comune di Pescara sfoderi il distinguo che in realtà trattasi di incarichi attribuiti in forza dell’art. 110 c.6 del D.Lgs 267/2000 come se questa trovata possa salvare gli incaricati dalla scure dei tagli imposti dal Governo con il D.L. 78/2010.
Una difesa quella assunta di petto dall’assessore comunale che fa rabbrividire ma soprattutto adombra sconcerto e preoccupazione quando personalmente sostiene: “… quelle citate dal PD, ossia il caso Guerri, Lidea, Console o Lepore non sono consulenze, ma sono incarichi ex art. 90 e articolo 110 sesto comma, e rientrano correttamente nelle spese del personale…”.
Innanzitutto è bene sottolineare che la norma individua all’interno della definizione “incarichi” le prestazioni di studio e consulenza tra cui quelle conferite ex art. 110 c. 6 D. Lgs 267/2000 il cui rapporto di lavoro con l’amministrazione pubblica è regolato dalle norme di codice civile in quanto trattasi tutte di collaborazioni esterne e nessuna di quelle citate dal PD risulta essere stata assunta con altra formula, diversamente da quelle regolate ex art. 90 e cioè da un contratto a tempo determinato cui si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro del personale degli enti locali.
La costante giurisprudenza e disciplina da parte del Ministero degli Interni hanno confermato nel tempo che gli incarichi di collaborazioni ex art. 110 c.6 altro non sono che prestazioni professionali di consulenza come, peraltro, confermato da ultimo anche dalle linee guida redatte dalla Fondazione IFEL dell’ANCI sulla redazione del bilancio di previsione 2011 che, riguardo al tetto di spesa imposto dal D.L. 78/2010 sulle consulenze deve riferirsi esclusivamente agli incarichi di consulenze e studio richiamati nella delibera della Corte dei Conti – Sezioni riunite – n. 6 del 15.02.2005 “Linee di indirizzo e criteri interpretativi sulle disposizioni della legge 30 dicembre 2004, n. 311 (finanziaria 2005) in materia di affidamento d’incarichi di studio o di ricerca ovvero di consulenza (art. 1, commi 11 e 42)”.
Il quadro normativo in vigore è di una tale chiarezza che conferma le preoccupazioni espresse dal PD sulle tante consulenze affidate dal Comune di Pescara in forza dell’art. 110 c.6 TUEL che superano i limiti imposti dalla norma finanziaria contenuta nel D.L. 78/2010 e che producono, di converso, responsabilità di tipo erariale ma, soprattutto, un accanimento sulle fasce deboli della Città chiamate a sostenere le scelte dell’amministrazione Mascia con nuovi ed odiosi balzelli.
Infine fa sorridere l’accusa rivolta al PD che, a dire del buon Seccia, in una notte fredda del dicembre 2008, decideva di aumentare la TARSU del 30% dimenticando di aggiungere che su quella tassazione Seccia ed il suo Sindaco Mascia si erano impegnati a rimuoverla non appena al governo della Città.
Peccato che, non solo Seccia non ha manutenuto fede a quell’impegno ma ha fatto di più. Nasconde le consulenze dal taglio imposto dal Governo e ne copre la spesa imponendo rette per gli asili nido anche a chi ha redditi da povertà o aumenta indiscriminatamente i buoni pasto nelle scuole o aumenta il costo degli spazi culturali e sportivi.
Complimenti assessore Seccia, un autentico capolavoro di disinformazione che, purtroppo, non salverà gli autori di eventuali sforamenti dei tetti di spesa previsti da responsabilità erariale.
L’assessore alle Finanze Eugenio Seccia replica:
il Pd chiede di rivedere il Piano delle consulenze del Comune di Pescara sulla base di un pronunciamento della Corte dei Conti del 2005, evidentemente superato e inapplicabile oggi alla luce della Brunetta. Il Pd chiede poi di modulare le consulenze sulla base di un pronunciamento dell’Anci, ma dimentica che proprio l’Anci aveva escluso gli articoli 110 sesto comma dal limite dell’8 per cento imposto dalla Brunetta. Sono sufficienti queste due considerazioni per smontare le elucubrazioni del Pd e porre la parola fine su una questione tecnica che va affrontata alla luce di argomentazioni qualificate.
Citare leggi, articoli, commi e date non aggiunge purtroppo fondatezza alle tesi del Pd , che tenta di affrontare con tipici toni scandalistici argomenti per tecnici. Ma per non essere da meno al Pd, è bene allora ricordare che la Sezione regionale di controllo per la Lombardia, parlando di consulenze e incarichi, figure giuridicamente comunque diverse e sottoposte a limiti diversi, ha ‘escluso dal novero delle spese soggette a riduzione, le collaborazioni coordinate e continuative, gli incarichi di ricerca e le consulenze talmente specialistiche da non poter essere affidate a professionalità interne all’amministrazione’, mentre le Sezioni riunite per la Regione siciliana in sede consultiva hanno negato la riferibilità dei tagli ai costi sostenuti per gli ‘esperti del Sindaco’, nominati per coadiuvarlo nell’attività di programmazione e di indirizzo dell’attività amministrativa, tipica dell’Organo di direzione politica e pertanto chiamati a fornire prestazioni non assimilabili a quelle richieste ai consulenti ordinari e comunque estranee allo svolgimento di funzioni di natura gestionale, affidate ai dirigenti e al personale amministrativo. Entro queste coordinate infatti il ricorso a professionalità esterne altamente qualificate puòcontribuire notevolmente a incrementare le competenze e le conoscenze dell’Ente locale e quindi a migliorare la qualità dell’azione amministrativa e la idoneità della funzione pubblica a soddisfare le esigenze, i bisogni e gli interessi della collettività di riferimento. Tali tesi sono tra l’altro emerse dalla Deliberazione delle Sezioni riunite della Corte dei Conti dello scorso 7 febbraio 2011. Riteniamo siano sufficienti tali argomentazioni, concrete e sostenute da esperti, a smontare le tesi machiavelliche di un Pd impegnato nell’inutile ricerca dello scandalo in un’amministrazione abituata a conoscere e a rispettare le regole.