PESCARA – L’importanza della sensibilizzazione e della corretta informazione delle famiglie, per garantire un futuro migliore e più inclusivo ai bambini ipoacusici. Questi i temi al centro del convegno “Ora che senti… Parliamo!” organizzato dall’AFIA, Associazione famiglie ipoacusici abruzzesi, alla presenza delle massime figure mediche e istituzionali della sanità abruzzese.
«Scopo del convegno – spiega il presidente Afia, Vincenzo Odoardi – è quello di riunire in un’unica giornata di confronto tutte le figure professionali che ruotano intorno al mondo del bambino sordo e della sua famiglia, perché agiscano tutte in sincronia l’una con l’altra. Dal medico che effettua la diagnosi neonatale, all’audioprotesista che prende in carico il bambino, al chirurgo che applicherà l’impianto cocleare, fino al logopedista che accompagnerà il ragazzo in età scolare».
L’evento (che ha visto la partecipazione dell’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, del sindaco di Pescara, Carlo Masci, dell’assessore comunale alla Disabilità, Nicoletta Di Nisio) nasce con l’obiettivo di creare una cultura dell’integrazione dei ragazzi ipoacusici, attraverso il metodo oralista di apprendimento della lingua verbale: grazie alla scienza e alla tecnologia, infatti, questi ragazzi sono messi nelle condizioni di parlare, sentire e interagire con il mondo esterno, senza bisogno di intermediari.
«La disabilità uditiva rappresenta ancora oggi un problema estremamente delicato – spiega il dott. Marco Bianchedi, dirigente medico Otorinolaringoiatria (Orl) dell’Ospedale di Pescara -. Oggi, grazie allo screening neonatale, è possibile sin dal momento della nascita, sapere se un bambino avrà in futuro dei disturbi uditivi. Ogni anno a Pescara vengono rilevati due casi di ipoacusia profonda, che potrà essere affrontata prima con l’uso delle protesi acustiche e successivamente con l’applicazione di un impianto cocleare».
«Pescara sempre di più capitale dell’udito – interviene Mauro Menzietti, amministratore dell’Istituto Acustico Maico di Pescara (partner tecnico del convegno) e portavoce italiano del World Hearing Forum dell’Oms – grazie alle associazioni che operano sul territorio e alle tantissime iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei disturbi uditivi che da sempre la nostra città mette in atto. Per gli anziani, per i bambini, ma anche per le famiglie, che rappresentano il punto fondamentale per l’inclusione di questi ragazzi all’interno della società».