Pescara

Pescara, esito Convegno ‘La Civiltà del Pane: fra Tradizione e Modernità’

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Ribadita l’importanza del pane nell’alimentazione .In Abruzzo sta nascendo la ‘Filiera del Pane’,per garantire un prodotto italiano al 100 per cento, dalla produzione del grano sino al prodotto finale

PESCARA – “E’ impensabile fare una dieta in cui i carboidrati, pane e pasta, non abbiano una funzione principe.

Togliere il pane dalla propria alimentazione non aiuta a dimagrire, anzi l’assunzione del pane, in giusta misura, attiva e accelera le funzioni metaboliche che permettono di bruciare i grassi assunti anche attraverso altri alimenti. Ecco perché vanno bocciate le diete fai-da-te, o quelle iperproteiche, basate solo sul consumo di carne”.

A dirlo è stata la dietista Marina Manieri nell’ambito del Convegno ‘La Civiltà del Pane: fra Tradizione e Modernità’ svoltosi ieri mattina  all’Aurum, a Pescara, e promosso dal Presidente di Assi-Pan Confcommercio, Roberto D’Intino, titolare dello storico Panificio Giglio, proprio con l’obiettivo

di sfatare i falsi miti e le leggende che ruotano attorno al pane, a partire dalla convinzione radicata che si tratti di un alimento ipercalorico e ‘ingrassante’, il primo che viene solitamente eliminato quando si inizia una dieta”.

Presenti le Istituzioni, tra cui il sindaco di Spoltore Luciano Di Lorito, che ha portato i saluti, con il Presidente di Confcommercio Franco Danelli e la dirigente dell’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’ di Pescara, Alessandra Di Pietro.

Presenti tra il pubblico anche il consigliere regionale Lorenzo Sospiri, il vicesindaco di Spoltore Carlo Cacciatore, i consiglieri comunali di Pescara Riccardo Padovano, e di Spoltore Edoardo Diligenti, oltre all’ex vicesindaco Ennio Rosini, e agli studenti dell’Istituto Alberghiero.

“Il pane – ha detto il Presidente D’Intino – è storicamente sempre stato il principale alimento sulle nostre tavole, ma oggi i consumi hanno subito una riduzione del 50 per cento, attestandosi su un consumo medio giornaliero di 60-70 grammi per ciascun consumatore.

La spesa media per il pane si attesta sui 17-18 centesimi giornalieri pro-capite, praticamente il pane rischia di scomparire dalle nostre tavole perché viviamo in una civiltà dell’opulenza, c’è un decremento del numero dei componenti delle famiglie e socialmente vengono esaltati e prediletti i prodotti-sostitutivi del pane. Poi si trovano più prodotti surgelati, e quello è un pane che non ha storia, non ha cuore, non ha amore e non ha odore.

Di conseguenza, si riducono i consumi, ci sono meno incassi e vediamo sempre meno forni aperti. Ecco allora che il nostro mestiere per non morire deve rinnovarsi ed essere in grado di rispondere alle nuove esigenze, e infatti gli artigiani stanno sperimentando nuove tipologie, senza glutine, con più o meno fibre, ma quel che è certo è che dobbiamo far risaltare le qualità del pane anche sotto il profilo nutrizionale.

E per questo in Abruzzo – ha annunciato il Presidente D’Intino – sta nascendo la ‘Filiera del Pane’, ovvero: si dice che le la farina oggi usata in molti forni viene dall’estero e quindi non è buona. Non è sempre vero, ma comunque per colmare anche questo gap stiamo lavorando per garantire un prodotto italiano al 100 per cento, dalla produzione del grano sino al prodotto finale sulle nostre tavole.

Ed è interesse di tutti, dell’agricoltore, del mugnaio, del panettiere, promuovere il localismo per far ripartire il lavoro. Poi occorreranno leggi ad hoc e su questo dovranno esserci accanto i cittadini da un lato e le istituzioni dall’altro. Ovvero occorre che la filiera si muova all’unisono”.

A ricordare l’importanza del “pane quale simbolo del corpo di Cristo nella civiltà cattolica cristiana” è stato Don Marco Pagniello, Direttore della Caritas di Pescara, che ha ringraziato “il Presidente D’Intino per tutto il sostegno che garantisce, attraverso il suo panificio, a tutte le mense dei poveri di Pescara, non solo la Caritas.

La tutela del prodotto italiano è fondamentale: il Consorzio Agrario ha sviluppato una varietà di grano che verrà seminato e coltivato in Italia, ha una qualità elevatissima e si sposa bene con le varietà di grano antiche esistenti in Abruzzo e per la prima volta avremo finalmente il pane al 100 per cento made in Abruzzo, con un suo marchio specifico.

Però ci corre l’obbligo di rivolgere un appello al consumatore: ogni prodotto ha un suo costo di produzione sotto il quale chi produce lo fa male. Oggi ci dicono che il 30-40 per cento del grano è importato dall’estero, e allora dobbiamo chiederci se ci mancano i terreni o se, forse, non si riesce a sostenere il costo. Oggi il prodotto non può essere venduto sotto costo”.

“Il ruolo dei carboidrati è fondamentale nell’alimentazione – ha spiegato la dottoressa Marina Minieri -: se non mangiamo pane e pasta il corpo va a digerire la massa muscolare. Ricordiamo che la dieta iperproteica provoca la demineralizzazione ossea”.

La chiusura è stata affidata al professor Antonio Mobilij, docente dell’Università ‘D’Annunzio’ che ha ripercorso il legame tra la rappresentazione del pane nelle opere d’arte. Subito dopo è stato offerto un buffet con vari tipi di pane forniti dal panificio Giglio e conditi dallo chef Maurizio Tricca, docente dell’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’, con i suoi studenti.

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