PESCARA- In Italia una percentuale compresa tra il 15 al 24 % delle ragazze di età da 0 e 18 anni (oltre 76mila) è a rischio di mutilazioni genitali (MGF), su una popolazione totale di 76.040 ragazze, tutte provenienti da Paesi in cui questa pratica è purtroppo diffusa. A questa piaga, che incide profondamente sulla vita e il destino di milioni di donne nel mondo – e che mette in campo complessi problemi di carattere sanitario, culturale, di integrazione e accoglienza, oltre che giudiziari – è dedicato il convegno dal titolo “Le mutilazioni genitali femminili: origini culturali e aspetti socio-sanitari” in programma a Pescara sabato prossimo, 18 gennaio, nella sala Tosti dell’Aurum, in via Gardone Riviera, con inizio alle 9.30.
L’iniziativa rientra nel cartellone “365 giorni no alla violenza sulle donne”, promosso dall’assessore alle Politiche sociali del Comune di Pescara Adelchi Sulpizio, che ha preso il via a novembre 2024 con un ricco programma di eventi, ed è curata dall’associazione “Cesare Di Carlo”, in collaborazione con la Caritas Diocesana.
«Le ragazze a rischio di mutilazioni genitali femminili in Italia – spiega uno studio recente elaborato dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere sulle mutilazioni genitali femminili nell’UE, ovvero uno degli organismi che più hanno approfondito il tema, assieme all’Unicef – sono per lo più originarie dell’Egitto. Mentre gruppi più piccoli di ragazze a rischio provengono da Senegal,Nigeria, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Etiopia e Guinea». Ma anche altri Paesi, come la Somalia, sono indicati come abituali praticanti. «In Abruzzo – dice Gilda Di Paolo, presidente dell’associazione “Cesare Di Carlo” – non esiste una precisa statistica del fenomeno. Anni fa il progetto DADA-MAP (Diritti ed Autonomia per le Donne Africane – Mappa e ricerca territoriale sulle MGF in Abruzzo) promosso dal Comune di Pescara e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, tracciò una prima mappatura del fenomeno, realizzata in collaborazione con strutture socio-sanitarie e associazioni di migranti, assieme alla realizzazione di interviste a un campione di oltre 750 donne».
“Parlare di violenza sulle donne non vuol dire parlare solo di femminicidi, non vuol dire solo sensibilizzare i più giovani – oltre che gli adulti – come abbiamo fatto nei mesi scorsi in tanti incontri organizzati nelle scuole e a teatro. Vuol dire anche” – dice Sulpizio – “parlare di un fenomeno delicato, come le mutilazioni genitali femminili, che può riguardare una fascia della popolazione. E’ indispensabile uno scatto culturale, su questi argomenti delicatissimi, e il primo passo da compiere è parlarne, squarciare il velo del silenzio, sensibilizzare la città”.
PROGRAMMA
Il programma dell’incontro di sabato, dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Pescara, Carlo Masci, e dell’Arcivescovo di Pescara-Penne, Tommaso Valentinetti, prevede l’introduzione ai lavori dell’Assessore alle Politiche sociali e contro la violenza di genere del Comune di Pescara, Adelchi Sulpizio; della presidente dell’associazione “Cesare Di Carlo”, Gilda Di Paolo; del Direttore della Fondazione Caritas Pescara-Penne Onlus, Corrado De Dominicis; della Presidente dell’Ordine dei medici e odontoiatri della Provincia di Pescara, Maria Assunta Ceccagnoli.
La parola passerà poi a esperti di fama internazionale, ospiti dell’evento, come Lucrezia Catania, ginecologa fiorentina da oltre trent’anni impegnata “sul campo”, che parlerà dell’evoluzione del fenomeno. Sarà poi la volta del fondatore e responsabile del Centro di riferimento per la prevenzione e la cura delle mutilazioni genitali femminili di Firenze, Omar Abdulcadir, ginecologo, chiamato a illustrare quale sia l’approccio nei confronti della donne che ne sono vittima. Dopo di lui sarà Jasmine Abdulcadir, anch’ella ginecologa all’Ospedale universitario di Ginevra, di recente insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica, a spiegare i delicati aspetti legati a come ricostruirsi dopo le mutilazioni.
Prima delle conclusioni affidate a Gilda Di Paolo, spazio anche al video realizzato nel 2008 dalla coreografa pescarese Anouscka Brodacz, che nel 2008 si è aggiudicato il Premio Nazionale per la Pace, dal titolo “Il corpo ferito”. Tre parole che rappresentano davvero una perfetta sintesi del tema affrontato.