Notizie del 12 novembre sul Covid-19 in Abruzzo, bollettino sono 547 (+1) i ricoverati, 52 (+1) in terapia intensiva, 2 decessi
REGIONE – Giovedì 12 novembre prosegue l’informazione sul canale Abruzzonews. Andiamo a vedere quali sono le principali notizie in Regione e i dati dell’emergenza Coronavirus. L’ultimo bollettino ufficiale del Servizio Prevenzione e Tutela della Salute dell’Assessorato regionale dell’11 novembre parlava di 662 nuovi casi, 546 pazienti rcoverati e 51 in terapia intensiva, 16 decessi che hanno portato il totale a 644.
NOTIZIE SUL CORONAVIRUS GIORNO PER GIORNO
BOLLETTINO CORONAVIRUS IN ABRUZZO, I DATI DEL 12 NOVEMBRE 2020
Disponibile il bollettino ufficiale del Servizio Prevenzione e Tutela della Salute dell’Assessorato regionale. Sono complessivamente 17091 i casi positivi al Covid 19 registrati in Abruzzo dall’inizio dell’emergenza.
Rispetto a ieri si registrano 541 nuovi casi (di età compresa tra 1 mesi e 98 anni). Dei nuovi casi, 321 sono riferiti a tracciamenti di focolai già noti.
I positivi con età inferiore ai 19 anni sono 62, di cui 24 in provincia dell’Aquila, 11 in provincia di Pescara, 5 in provincia di Chieti, 22 in provincia di Teramo.
Il bilancio dei pazienti deceduti registra 2 nuovi casi e sale a 646 (si tratta di un 78enne della provincia di Teramo e di un 58enne della provincia di Pescara).
Nel numero dei casi positivi sono compresi anche 5029 dimessi/guariti (+73 rispetto a ieri).
Gli attualmente positivi in Abruzzo (calcolati sottraendo al totale dei positivi, il numero dei dimessi/guariti e dei deceduti) sono 11416 (+466 rispetto a ieri).
Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, sono stati eseguiti complessivamente 330704 test (+2636 rispetto a ieri).
547 pazienti (+1 rispetto a ieri) sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva; 52 (+1 rispetto a ieri) in terapia intensiva, mentre gli altri 10817 (+464 rispetto a ieri) sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl.
Del totale dei casi positivi, 5237 sono residenti o domiciliati in provincia dell’Aquila (+173 rispetto a ieri), 3284 in provincia di Chieti (+57), 3744 in provincia di Pescara (+112), 4486 in provincia di Teramo (+187), 171 fuori regione (+11) e 169 (+1) per i quali sono in corso verifiche sulla provenienza.
AGGIORNAMENTI NEWS
Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, a Porta a porta, ha spiegato che il numero dei deceduti aumenterà ancora nei prossimi giorni; per abbassarlo, é necessario fare sacrifici. Ciò non significa che ci sarà un lockdown come quello di marzo perché il nostro Paese non se lo può permettere; ci saranno però lockdown rigorosi e territoriali come quelli in corso. Soltanto dopo due settimane dopo l’applicazione delle misure restrittive si potrà avere un regime diverso, nel senso che si potrà allentare su alcune Province. Boccia ha tenuto a precisare che i numeri della Campania, per quanto l’area metropolitana di Napoli sia in sofferenza, sono da area gialla, ponendo così fine alle polemiche dei giorni scorsi.
Anche il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, Timeline, su Sky TG24, ha sottolineato che se dopo due settimane da quando l’Italia é stata divisa in tre zone colorate alcune Regioni dovessero mostrare un miglioramento, considerando tutti i parametri, potrebbero retrocedere ad un colore piu’ leggero e quindi a un rischio minore.
Situazione in miglioramento in Liguria. “Al termine di questa lunga giornata di lavoro con la nostra sanità, arriva un dato incoraggiante che vorrei condividere con voi. -scrive sui social il Governatore Giovanni Toti- Quando la Liguria è stata classificata in zona arancione avevamo un Rt pari a 1.47, con 1.52 a Genova, mentre oggi l’Rt in regione è sceso a 1.10 e a 1.06 nel capoluogo. Un segnale importante ma che non deve assolutamente farci abbassare la guardia. La situazione resta complessa così come la pressione sui nostri ospedali, tuttavia questa flessione dimostra che le misure prese, anche insieme ai sindaci della Liguria, piano piano stanno funzionando. Quindi teniamo duro per poter tornare al più presto a una parziale normalità. La battaglia contro il virus è in corso e ognuno può fare la sua parte”.
Massimo Galli, primario del Sacco, al Tg4 ha dichiarato che per quest’anno non dovremo pensare ai grandi cenoni familiari e i grandi veglioni di Capodanno perché, anche se chiudessimo tutto oggi e riaprissimo per Natale, o anche prima, è abbastanza evidente che se non mantenessimo le precauzioni anche dopo la riapertura cadremo nell’errore già commesso a Ferragosto, a seguito del qual siamo oggi a contare più di 500 morti. Galli pensa che l’apertura delle discoteche non sia stata causa di tutto ma un chiaro messaggio di ‘liberi tutti’, che ha avuto come risultato quanto stiamo vedendo in questi giorni.