PESCARA – In Abruzzo, dall’inizio dell’emergenza, sono stati registrati 89 casi positivi al Covid 19, diagnosticati dai test eseguiti nel laboratorio di riferimento regionale di Pescara. 42 pazienti sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva, 14 in terapia intensiva, mentre gli altri sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl. Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, il laboratorio di Pescara ha eseguito 958 test, di cui 440 sono risultati negativi.
La differenza tra il numero dei test eseguiti e gli esiti, è legato al fatto che più test vengono effettuati sullo stesso paziente. Nel totale viene considerato anche il numero degli esami tuttora in corso.
Dei casi positivi, 9 si riferiscono alla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, 23 alla Asl Lanciano-Vasto-Chieti, 48 alla Asl di Pescara e 9 alla Asl di Teramo. Va precisato che il numero elevato di casi registrati a Pescara è anche legato al fatto che al Santo Spirito accedono pazienti provenienti anche da altre aree della regione. Lo comunica il Servizio Prevenzione e Tutela della Salute della Regione.
NICOLETTA VERÍ FA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE SUI RICOVERI
Al termine della riunione del Crea (il comitato regionale emergenze) di questa mattina a Pescara l’assessore alla salute, Nicoletta Verì ha riferito: “Al fine di favorire il massimo utilizzo possibile delle terapie intensive e la disponibilità di personale sanitario per far fronte all’emergenza Covid 19, si va verso la sospensione dei ricoveri programmati, sia medici che chirurgici, in tutte le strutture pubbliche sedi di pronto soccorso. In più, per i pazienti provenienti dai pronto soccorso, sarà possibile effettuare solo ricoveri con carattere d’urgenza non differibili”.
Sono esclusi dai ricoveri programmati, gli interventi oncoematologici di classe A e di alta specialità. Proseguono anche l’assistenza al percorso nascita e le interruzioni volontarie di gravidanza. I ricoveri in regime di Day hospital seguiranno lo stesso percorso già delineato per la specialistica ambulatoriale, vale a dire che sarà salvaguardata l’attività dedicata ai percorsi oncoematologici e alle prestazioni legati alla continuità assistenziale o terapeutica.
“Anche i privati per tutto il periodo dell’emergenza, saranno tenuti ad accogliere i pazienti no-Covid nel caso dovesse rendersi necessario il loro trasferimento dalle strutture pubbliche, rimodulando allo stesso tempo la loro attività di elezione”.
I direttori generali delle Asl hanno la responsabilità, nel rispetto dei requisiti e delle indicazioni ministeriali, di individuare le strutture di Covid Hospital, provvedendo all’adeguamento dei necessari requisiti strutturali, funzionali e di personale.
Disciplina più stringente anche per le visite ai degenti: l’accesso a parenti e visitatori nei reparti sarà consentito solo durante l’orario di visita e a un solo visitatore per paziente. Divieto di ingresso a tutti coloro che presentano patologie simil-influenzali.
“Fondamentale l’istituzione, in ambito provinciale, di un servizio di assistenza psicosociale, che possa fornire supporto alle comunità e alle famiglie, sia durante che nella fase immediatamente successiva all’emergenza epidemiologica”.
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