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Coronavirus, aggiornamento dei dati dell’11 marzo 2020 in Abruzzo

da Redazione

analisi

74 i casi positivi, 59 ricoverati in ospedale di cui 10 in terapia intensiva. Gli altri in isolamento domiciliare

PESCARA – In Abruzzo, dall’inizio dell’emergenza, sono stati registrati 74 casi positivi al Covid 19, diagnosticati dai test eseguiti nel laboratorio di riferimento regionale di Pescara. Per un conteggio errato (un doppio test era stato riferito invece a un nuovo caso), questa mattina era stato comunicato che i positivi erano 75.

49 pazienti sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva, 10 in terapia intensiva, mentre gli altri sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl.

Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, il laboratorio di Pescara ha eseguito 401 test, di cui 327 sono risultati negativi.

Dei casi positivi, 8 si riferiscono alla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, 15 alla Asl Lanciano-Vasto-Chieti, 43 alla Asl di Pescara e 8 alla Asl di Teramo. Va precisato che il numero elevato di casi registrati a Pescara è anche legato al fatto che al Santo Spirito accedono pazienti provenienti anche da altre aree della regione. Lo comunica il Servizio Prevenzione e Tutela della Salute della Regione.

L’assessore alla salute, Nicoletta Verì, nel suo più recente intervento ha sottolineato come: “Ci sono zone della nostra regione  in cui abbiamo registrato casi ancora non completamente tracciati e su cui c’è un’altissima attenzione da parte dei clinici. Allo stesso modo, però, voglio invitare i cittadini alla calma e a non farsi prendere dal panico, ma di contattare telefonicamente il proprio medico di famiglia per comunicare eventuali e inspiegabili peggioramenti del proprio stato di salute. Capisco che il contesto condiziona la nostra capacità di giudizio, ma pur mantenendo alta la guardia, non dimentichiamo che non tutte le sindromi influenzali sono legate al Coronavirus: e lo dimostra il dato dei tamponi eseguiti dall’inizio dell’emergenza a oggi, con oltre l’80 per cento che ha dato esito negativo. Fidiamoci, dunque, di quello che ci dicono gli infettivologi, che sono gli unici a stabilire i sintomi che giustificano l’effettuazione di un tampone”.