PESCARA – Le attività culturali della Fondazione Museo Paparella, incentrate sulla valorizzazione e sulla diffusione della conoscenza della famosa collezione di maioliche antiche di Castelli e sulla organizzazione di importanti eventi culturali (mostre di pittura, conferenze, laboratori didattici, etc.), per varie circostanze, e soprattutto a causa della pandemia da Covid-19, stanno subendo, purtroppo, una inevitabile battuta d’arresto.
Infatti, nel programma del 2020, erano già pronte due importanti manifestazioni. La prima, dal 15 marzo al 15 giugno, prevedeva una mostra curata dal critico d’arte Alessandro Vezzosi, tra i più noti studiosi di Leonardo, nonché creatore del Museo Da Vinci a Vinci, e autore di una cinquantina di volumi sulla figura del genio toscano. Sarebbero stati esposti, oltre a reperti ceramici coevi a Leonardo e alla sua famiglia (il nonno possedeva una fornace che produceva ceramiche e la madre, ripudiata dalla famiglia paterna, sposò un noto ceramista dell’epoca), anche modelli leonardeschi di macchine ingegneristiche fra i più rari e meno noti, e uno studio prospettico del sorriso della Gioconda: da qui il titolo dell’iniziativa, “Dall’argilla al sorriso”.
La seconda manifestazione, a partire dal 12 luglio e sino al 6 gennaio 2021, sarebbe stata dedicata all’arte di Giorgio de Chirico e rappresentata da 27 dipinti tutti provenienti dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma, con cui è stata sottoscritta una convenzione per il prestito delle opere. L’evento, dal titolo “Giorgio de Chirico. La memoria e l’enigma. L’ultima stagione della metafisica”, è a cura della Prof.ssa Elena Pontiggia, insegnante di Storia dell’arte presso l’Accademia di Brera e il Politecnico di Milano.
È chiaro che, nonostante le ineludibili difficoltà del momento, la Fondazione Paparella è impegnata a rinviare e non ad annullare entrambi gli eventi, nella speranza che si torni, il prima possibile, alla normalità.
Attualmente, si lavora all’adeguamento della struttura museale a quelle che sono le prescrizioni indicate dai tecnici e dalle Autorità al fine di fronteggiare l’epidemia. Da qui la scelta di non riaprire subito al pubblico allo scopo di salvaguardare la salute dei dipendenti e dei visitatori. Non si può che sperare che vi sia la disponibilità degli appassionati a visitare i musei.
Ma, come suol dirsi, se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto e, per questo, si cercherà, almeno nei primi tempi della fase 2, di portare fuori dalle mura museali quelle attività atte a sensibilizzare all’amore per l’arte. Infatti, grazie alla possibilità di usufruire di spazi pubblici all’aperto messi a disposizione dall’Amministrazione comunale, la Fondazione ha in programma di organizzare una serie di conferenze, anche nel giardino del Museo, tenute da importanti critici d’arte, di cui sarete informati con anticipo attraverso l’invio di newsletter apposite.
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