CORROPOLI – Davanti alla sede del Municipio di Corropoli è stata posta la prima pietra d’inciampo dedicata a un Finanziere in Abruzzo. La pietra, scolpita dall’artista tedesco Gunter Demnig, è dedicata alla memoria del Finanziere Ciarpelli Domenico, classe 1919, nato a Corropoli (TE).
La cerimonia, tenutasi alla presenza del Comandante Regionale Abruzzo, Generale di Brigata Germano Caramignoli, e del Comandante Provinciale di Teramo, Colonnello Fabrizio Chirico, ha visto la partecipazione di numerose Autorità civili, religiose e militari nonché dei familiari discendenti del finanziere Ciarpelli.
Le pietre d’inciampo nascono con l’intento di mantenere viva la memoria dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. L’iniziativa, attuata in diversi Paesi europei, consiste nell’incorporare nel selciato stradale delle città, davanti alle ultime abitazioni delle vittime di quegli sciagurati trasferimenti di massa o in luoghi di significativo interesse per la comunità di appartenenza, un blocchetto in pietra ricoperto da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore.
“Una persona viene dimenticata solo quando il suo nome viene dimenticato”, cita l’ideatore della pietra d’inciampo Gunter Demnig.
Domenico Ciarpelli nasce il 25 luglio 1919 a Corropoli (TE) e si arruola nel Corpo all’età di 19 anni quale «Allievo Guardia di Finanza di terra».
Dopo l’iter di formazione, presta servizio per un anno presso la «Legione Territoriale di Genova».
Temporaneamente trasferito presso la Brigata di Bordighera (IM), nel frattempo dichiarata in territorio di guerra, viene congedato per fine ferma.
Richiamato in servizio, verrà inviato sul fronte albanese. Catturato da una colonna tedesca, nell’ottobre del 1943 verrà deportato in Germania nel campo di Dortmund – Stalag VI D.
Nella medesima struttura furono in migliaia, dal 1939 al 1945, a essere internati come prigionieri di guerra, provenienti dalla Polonia, dal Belgio, dalla Francia, dalla Jugoslavia, dall’Unione Sovietica e, appunto, dall’Italia. In condizioni disumane vennero sottoposti a lavoro forzato in fabbriche di armi, miniere, industrie private e altre mansioni. Come noto, molti di costoro morirono a causa di malattie e di atti deliberati di denutrizione; inoltre, furono esposti senza protezioni ai bombardamenti dagli Alleati.
Domenico Ciarpelli riuscì a sopravvivere a tutto ciò e fu liberato il 14 aprile 1945 dall’ingresso delle truppe americane nel campo. Riuscì a raggiungere la famiglia solo il successivo 5 settembre dopo un interminabile viaggio in treno e con mezzi di fortuna.
Visse nella sua Corropoli fino alla primavera del 1986, allorquando morì serenamente dopo aver condiviso la sua esperienza anche fra le giovani generazioni.