E Coldiretti Abruzzo chiede una modifica del Psr con maggiori risorse e semplificazione delle procedure
Ma qual è la strada per avere successo nei campi? Secondo Coldiretti le mosse da seguire sono dieci.
Il primo passo è avere un’idea d‘impresa ben chiara sulla tipologia di imprenditore che si intende diventare intorno alla quale costruire un progetto di sviluppo, poi bisogna studiare bene territorio, risorse disponibili, mercato, concorrenti e normative vigenti, quindi si entra nella fase della progettazione vera e propria con la verifica della fattibilità redigendo con l’aiuto di adeguati specialisti un business plan in grado di conferire credibilità al progetto e consentire la richiesta di finanziamento che rappresenta la quinta tappa del percorso insieme alle verifica successiva della possibilità di accesso a risorse private o pubbliche, una volta individuato l’istituto di credito al quale appoggiarsi o il bando pubblico al quale concorrere. Le ultime fasi sono la ricerca delle garanzie necessarie alla concessione dei finanziamenti anche con la consulenza e la collaborazione di CreditAgri, il sistema di garanzia della Coldiretti per le aziende agricole. Il traguardo, che diventa poi il punto di partenza dell’impresa, è la realizzazione del progetto per la quale servono energia, entusiasmo e concentrazione, oltre a una certa dose di pazienza per l’inevitabile burocrazia che agli imprenditori agricoli – spiega Coldiretti – sottrae almeno 100 giorni di lavoro ogni anno.
Tra gli altri ostacoli da superare c’è anche il costo elevato della terra visto che – spiega un’analisi Coldiretti su dati Eurostat – quella arabile in Italia è la più cara d’Europa con un prezzo medio di 40.153 euro all’ettaro, che varia da regione a regione. In ogni caso se si considera che la dimensione media di un’impresa agricola italiana è di circa otto ettari – sottolinea la Coldiretti – è chiaro che il “prezzo d’ingresso” per un giovane rischia di diventare proibitivo. Per questo una delle soluzioni consigliate dai tutor della Coldiretti è di iniziare affittando la terra con una spesa attorno ai 700 euro a ettaro all’anno, ma che può raggiungere valori molti più alti in zone pregiate di pianura e collina, magari nelle aree di produzione dei grandi vini. Se per i settori a forte investimento finanziario come la zootecnia da latte, se si parte da zero, necessitano di grossi di capitali, per gli altri comparti rurali – spiega la Coldiretti – l’impegno economico totale di partenza dipende dal tipo di attività: dalla coltivazione di frutta e verdura all’allevamento di capre e pecore fino a settori di nicchia come quello dello zafferano o altri come la produzione di mirtilli o piante e fiori nei vivai. E poi – conclude Coldiretti – serve tanto impegno, fatica, volontà e fantasia nell’adottare le più recenti soluzioni tecnologiche e studiare nuovi canali commerciali per i propri prodotti, comprese le vendite on line.
LE DIECI REGOLE D’ORO DI COLDIRETTI PER IL SUCCESSO NEI CAMPI
1) Avere un’idea chiara di quello che si vuole fare
2) Studiare territorio, mercati e normative
3) Progettare un business plan
4) Disegnare una mappa delle fonti di finanziamento
5) Individuare la banca o il bando pubblico a cui rivolgersi
6) Verificare le possibilità di accesso alle risorse
7) Cercare con CreditAgri le garanzie per il finanziamento
8) Presentare il progetto per accedere al credito bancario
9) Presentare il progetto per accedere ai fondi pubblici
10) Realizzare il progetto
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