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Corsa allo spazio, se ne è parlato con Aresu e Mauro nella rubrica di Fina

da Redazione

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Negli ultimi anni la corsa allo spazio è rinata su nuove basi. Se ne è discusso nel 116esimo incontro della rubrica “Dialoghi, la domenica con un libro”. Michele Fina ha incontrato Alessandro Aresu (direttore scientifico della Scuola di Politiche) e Raffaele Mauro (co – fondatore e general partner di Primo Space), autori del libro “I cancelli del cielo. Economia e politica della grande corsa allo spazio 1950 – 2050” (Luiss University Press).

Fina ha sottolineato che si assiste alla proliferazione di “serie televisive e documentari su tutto ciò che sta accadendo intorno a una nuova corsa dello spazio. Il sogno di andare oltre il nostro pianeta è antichissimo, anche se per decenni c’è stata una stasi degli investimenti invertita di recente da una nuova accelerazione. La corsa allo spazio sta mobilitando la fantasia di tanti, è un campo straordinario per la nostra letteratura e c’è una nuova spinta nel mondo della formazione e in quello della ricerca”.

Aresu ha spiegato che il libro è “un modo di far emergere un mondo e un dibattito internazionale che anche nel nostro Paese catalizza l’attenzione di tanti. Volevamo fare il punto su questa nuova tappa della corsa allo spazio, che ci coinvolge maggiormente come pianeta. Il fermento nel settore è molto forte, emergono elementi scientifici, politici e finanziari. Lo spazio è il dominio che più di ogni altro ha anticipato la competizione sistemica tra Stati Uniti e Cina, in questo ambito, vent’anni fa, è stato anche anticipato anche il sistema di sanzioni poi adottato dagli Usa su scala maggiore. Oggi il conflitto tra Russia e Ucraina ha da un lato investito la collaborazione scientifica con la Russia e dall’altro aperto le fonti di intelligence provenienti dallo spazio, una tendenza che sarà sempre più presente. Poi è emersa la figura di Elon Musk, che va oltre il suo Paese che a sua volta beneficia della sua azione e su altri aspetti ne subisce gli attriti internazionali che ne derivano. Detto questo va sottolineato che lo spazio mantiene una dimensione tragica, alcune tragedie saranno inevitabili e che i costi dell’impresa spaziale rimangono rilevanti, anche se mitigati dalla dimensione privata”.

Mauro ha detto: “Ci è sembrato utile produrre un testo interdisciplinare, accessibile e con un solido apparato bibliografico. I fattori della nuova economia dello spazio sono l’aumento del peso specifico del settore privato, il miglioramento della tecnologia e dell’hardware spaziale e l’abbattimento dei loro costi, l’espansione delle applicazioni a terra e la ricostruzione di programmi di esplorazione da parte delle grandi potenze nazionali e continentali. Si possono riconoscere diverse epoche storiche: i primi cinquant’anni di operazioni spaziali in cui il settore privato interagiva più che altro come fornitore e produttore, poi nel primo decennio degli anni Duemila i privati hanno cominciato a investire risorse personali nell’ambito della space economy e infine nell’ultimo decennio l’ulteriore cambiamento è stato caratterizzato da un’onda di startup di nuova generazione che hanno importato metodi di lavoro agili e innovazioni da altri settori. L’Italia ha avuto una storia economica rilevante in questo settore e ha mantenuto le capacità industriali ed è quindi nelle condizioni di cogliere le nuove opportunità”.

Dalla centesima puntata la rubrica si presenta in veste rinnovata, avvalendosi della collaborazione di Michele Fina con l’attore Lino Guanciale, con Giovanna Di Lello (direttrice del John Fante Festival “il dio di mio padre”) e con Massimo Nunzi (compositore e direttore d’orchestra, trombettista e divulgatore).

La registrazione del dialogo è disponibile qui: https://www.facebook.com/michelefina78/videos/570340508071811/?extid=NS-UNK-UNK-UNK-IOS_GK0T-GK1C&ref=sharing

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