Tra paziente e medico una barriera causata delle distanze emotive create dai dispositivi di sicurezza che rendono difficile la comunicazione
CHIETI – “Lo sconforto aumenta di ora in ora: un supporto psicologico per noi medici in questo momento non è solo necessario, ma indispensabile”. Lo ha detto all’Ansa Liberato Aceto, medico di chirurgia generale in servizio presso la chirurgia oncologica del presidio ospedaliero Santissima Annunziata di Chieti.
“Noi medici non siamo eroi, ma siamo gli stessi che ieri venivano attaccati a vario titolo dai parenti o dai pazienti“. “Condizioni sempre più difficili nei reparti di degenza perché tra paziente e medico si è alzata una barriera non solo a causa delle distanze di sicurezza da rispettare, ma soprattutto per le distanze emotive create dai dispositivi di sicurezza indossati che rendono difficili sia i movimenti che la comunicazione col paziente. La distanza non lascia più spazio a quel rapporto fiduciario che si instaura necessariamente tra medico e paziente. Non è più possibile dare conforto ad un paziente stringendogli la mano o rassicurarlo con una pacca sulla spalla”