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Covid-19, Ospedale di Atri: Monticelli chiede garanzie

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Il consigliere onorario teme che finita l’emergenza non ripartano i servizi che prima erano erogati con ottimi risultati e ora sono sospesi

ATRI (TE) – Luciano Monticelli, consigliere onorario della Regione Abruzzo ed esponente nazionale di Italia Viva, é preoccupato per tutti i servizi erogati prima che l’ospedale San Liberatore di Atri diventasse Covid Hospital della Provincia di Teramo, che al momento sono sospesi. Questo perché non si starebbe pianificando quello che dovrebbe essere il destino del nosocomio, rischiando di metterlo in seria difficoltà.

Secondo Monticelli l’emergenza sanitaria starebbe ridimensionando o annullando tutte le altre attività, compresi i prelievi ematici. Non mancando di ringraziare  tutto il personale sanitario, che sta facendo sforzi enormi per arginare il problema, ritien che non ci si possa non interrogare anche sul futuro riservato all’ospedale, soprattutto quando tanti mezzi e tante risorse sono stati spesi negli anni precedenti perché esso diventasse centro di eccellenza.

Non ha dimenticato di sottolineare come con il tempo si fosse riusciti a garantire numeri da record; ne é un esempio l’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Ecoendoscopia, sulla quale si era tanto investito e dove erano numerosissime le prestazioni giornaliere, tanto da fare di Atri un centro di endoscopia di II livello operativo che fungeva da riferimento per tutta la regione e oltre.

Inoltre, in un solo anno (2017-2018) gli interventi di chirurgia eran aumentati del 14 per cento, le prestazioni ambulatoriali del 12 per centro e i ricoveri ordinari addirittura del 20 per cento. Per non parlare dell’impegno profuso per l’assunzione di medici e infermieri e macchinari di ultima generazione che garantivano screening approfonditi.

Monticelli ha dichiarato che i detti numeri non vogliono costituire bandiere politiche, ma punti di riferimento che ci permettano semplicemente di capire a quali livelli, prima dell’emergenza sanitaria, si attestava il nosocomio. Per questo chiedche, fin da ora, si pianifichi il futuro del San Liberatore e che vengano fornite garanzie sulla riattivazione di tutti i servizi e reparti, nel timore che, non svolgendo per molto tempo le buone pratiche tipiche di questo centro, il rischio che esse non tornino più ad Atri si faccia purtroppo serio e concreto.

Pubblicato da
Marina Denegri
Tags: Atri

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