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Covid, Carcere di Sulmona: la UIL chiede vaccini per agenti e detenuti

da Marina Denegri

“Sono in mezzo a tanti ositivie  in qualsiasi momento rischiano di essere loro stessi veicoli di un possibile quanto non auspicabile contagio”

foto nardella

SULMONA – Riceviamo e pubblichiamo una nota pervenuta e firmata da Mauro Nardella segretario generale territoriale UIL PA polizia penitenziaria.

“È passato oramai un mese dall’avvento del Coronavirus nel carcere di massima sicurezza di Sulmona e la situazione, seppur in lento miglioramento, non ancora vede concluso, ammesso che vi sarà, il suo completo debellamento.

Personalmente sono più di venti i giorni che vengo impiegato direttamente ed in prima linea, insieme a molti altri colleghi a gestire i detenuti affetti da coronavirus.

Il tutto con ripercussioni di natura psicologica che iniziano davvero a pesare come un macigno visto che l’incubo di poter essere coinvolti direttamente nel contagio, malgrado le cautele adottate, sembra non abbandonarci.

Fatta questa doverosa premessa ci si chiede il motivo per cui nel novero delle persone da sottoporre immediatamente al vaccino non vengano ricompresi gli agenti e e i detenuti impegnati, come nel caso di Sulmona, in ambiti ove tanti sono i positivi e che in qualsiasi momento rischiano di essere loro stessi veicoli di un possibile quanto non auspicabile contagio.

Mi auguro che chi di competenza si autoinvesta di questa esortazione a fare presto, magari andando in deroga ai principi già sanciti, anche per gli agenti e i detenuti coinvolti come appunto nel caso del carcere di Sulmona in strutture colpite dal Covid e metta gli stessi agenti e detenuti interessati sullo stesso piano di sanitari e delle RSA attraverso l’erogazione anche a costoro dei primi vaccini utili”.

Nardella, non appena ha appreso che il personale delle carceri e i detenuti saranno vaccinati solo a partire dal mese di luglio ha ribadito che chi ha deciso questo “omette di considerare quanto possa essere rischioso vedere ritardare di così tanto l’appuntamento con il vaccino. Il tutto in considerazione della peculiarità che hanno gli attori in campo di vivere in un ambiente fortemente condizionato dalla mancanza di spazi e libertà di movimento”.