Attualità

Covid, le richieste di Casartigiani Provincia Chieti alle istituzioni

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Chiede che siano considerate nuove misure a tutela degli artigiani e di creare una corsia preferenziale per la vaccinazione

CHIETI – Riceviamo e pubblichiamo una nota pervenuta, che Casartigiani Provincia di Chieti, in persona del Presidente Fabrizio Bomba, ha scritto al Ministro della Salute On. Roberto Speranza, al Ministro degli Affari Regionali On. Mariastella Gelmini, al Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, all’Assessore regionale con deleghe alla Salute e Pari opportunità Dott.ssa Nicoletta Verì, al Presidente della Protezione Civile Fabrizio Curcio e al Direttore Agenzia Protezione Civile Regione Abruzzo Mauro Casinghini, su suggerimento del Presidente Onorario Nicolò Pasquini ed in rappresentanza degli Associati tutti, piccole e medie imprese, dedite per la gran parte all’attività artigiana, con prevalente impegno personale del titolare.

“Casartigiani costituisce una delle maggiori sigle rappresentative del mondo del Commercio e dell’Artigianato, con una diffusione capillare su tutto il territorio nazionale.

Come tristemente noto, la Regione Abruzzo è duramente colpita dall’emergenza sanitaria: la provincia di Chieti, in particolare, ove sono localizzate la gran parte delle realtà che la  ha l’onore di rappresentare, è attualmente confinata in zona rossa.

Si rende necessario spendere alcune considerazione sull’attività dell’Artigiano per far sì che venga percepita appieno l’importanza della richiesta che di seguito si avanza.

Alcune attività artigianali, in quanto di pubblica utilità e necessarie, sono state annoverate tra quelle che possono restare aperte anche durante il lockdown totale o sono coinvolte a sostegno delle emergenze. Alcuni accordi commerciali inoltre prevedono l’obbligo di reperibilità in caso di emergenza. Non ultimo l’obbligo eticomorale di prestare la propria attività, in casi di necessità ed in qualsiasi condizione.

Si pensi, a titolo di esempio, al lavoro ed alla dedizione di un manutentore, di un elettricista, di un idraulico: il suo intervento, oltre a non conoscere orari, non può avere limitazioni o restrizioni di sorta, e spesso di traduce in risoluzioni di problematiche legate alla salute (es. riparazione di dispositivo medico), al benessere della persona (es. installazione di caldaia per il riscaldamento) o alle comunicazioni (es. installazione di pc, ora fondamentale per Dad e lavoro da casa). Egli, per poter lavorare, non può trincerarsi dietro un pannello di plexiglass o usufruire dello “smart working”. Si adopera ogni giorno per raggiungere le abitazioni private, per natura non soggette a protocolli per la sicurezza e l’igiene e che, pertanto, costituiscono il primo caso di “cluster”. Il suo intervento è richiesto altresì da strutture pubbliche o aperte al pubblico (es. uffici pubblici, scuole, Rsa), che seppur disciplinate da una normativa anticontagio molto dettagliata, costituiscono spesso la sede dei focolai.

Succede quindi, come riferito dai nostri Associati, che in piena pandemia, ci si trovi ad intervenire in una casa di riposo o presso l’abitazione di un anziano in difficoltà, affrontando la paura del contagio per sé ed i propri affetti, ma rischiando al tempo stesso di costituire un pericolo per l’utente!

Il Presidente onorario della Scrivente, esercente l’attività di elettricista, riferisce di comportamenti al limite del paradosso: da un lato l’eccesso di zelo del cliente che si è rifiutato di farlo entrare in casa per l’installazione dell’antenna, lasciando come unica possibilità l’accesso via balcone o di quello che pretendeva di farlo operare nell’abitazione indossando buste di plastica ai piedi, determinando in entrambi i casi l’impossibilità di effettuare l’intervento per ovvie ragioni di sicurezza. Dall’altro il comportamento di chi fa resistenza ad utilizzare i dispositivi di protezione, spinto forse da una minore percezione del pericolo nella propria realtà domestica, determinando così l’imbarazzante circostanza per l’Artigiano di doversi rifiutare di operare di fronte a comportamenti scellerati.

Altra fonte di rischio per le figure artigiane, è quella di dover necessariamente manipolare superfici ove è favorita la sopravvivenza del virus, come maniglie, pulsanti dell’ascensore, corrimano, sanitari, ecc…

Settore peculiare che pure si rappresenta, è quello delle onoranze funebri, attività artigiana che purtroppo non subisce arresti e che quotidianamente entra a contatto con la malattia, sia all’interno degli ospedali che presso le abitazioni private, ove il defunto stesso, i propri parenti, il contatto di superfici e oggetti personali rappresentano il possibile mezzo di trasmissione del virus.

In conclusione, per tutte le ragioni riportate, considerato il rischio di contagio per l’Artigiano come pure per i propri clienti, per il ruolo attivo nella risoluzione di problematiche rilevanti per la vita quotidiana, Casartigiani Provincia di Chieti chiede fermamente alle SS.VV. di considerare nuove misure a tutela della categoria che rappresenta, e soprattutto di creare una corsia preferenziale per la vaccinazione al più presto possibile, che significherebbe non solo non incorrere nel rischio di contagiarsi e contagiare, ma anche la possibilità di lavorare in ogni circostanza, in un momento economico nel quale accettare o meno una prestazione determina la sopravvivenza di un’impresa nel mercato.

Si ringraziano le SS.VV. del lavoro che si è chiamati a svolgere, dell’impegno sino adoggi profuso, e augurando che tutti gli sforzi si rivelino efficaci a debellare il virus e ad aiutare le attività produttive, le famiglie ed i singoli per la ripresa della tanto auspicata “normalità”.

Pubblicato da
Marina Denegri

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