A dirlo è Mauro Nardella componente della segreteria confederale CST Adriatica Gran Sasso.
“Non è ammissibile, infatti, ricorrere alle “cure” degli ospedali di Avezzano e L’Aquila per consentire una immediata diagnosi dei tamponi effettuati a gente del posto. -Afferma Nardella- Ho sentito alcuni addetti del pronto soccorso di Sulmona i quali si dicono esterrefatti del fatto che una realtà così importante nello scenario della medicina territoriale e soprattutto in un momento così drammatico non sia ancora dotato di un così importante strumento di indagine. -continua Nardella- Rivolgere l’invito alle istituzioni competenti di impegnarsi in tal senso è il minimo che si possa fare anche perché sono convinto che il fattore tempo possa giocare un ruolo determinante nello scardinamento di eventuali nuovi focolai -conclude il membro della segreteria confederale.
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