Il CRESA realizza per la prima volta uno studio caratterizzato da dati di dettaglio comunale
ABRUZZO – “Con questo lavoro, frutto della collaborazione con Si.Camera-Unioncamere, – sottolinea il Direttore Francesco Prosperococco – il Centro Regionale di Studi e Ricerche economico-sociali del sistema camerale abruzzese, prosegue lungo un percorso già intrapreso qualche anno fa con la produzione di dati comunali riguardanti il reddito disponibile. L’elevato dettaglio territoriale è indispensabile per fornire il supporto conoscitivo alle decisioni di policy e di investimento dei soggetti pubblici e privati, tra i quali spicca la Regione con la sua attività programmatoria, affinchè tali scelte siano coerenti con l’effettiva situazione economica territoriale”.
“L’immagine che ne emerge – commenta il Presidente Roberto Di Vincenzo – è di una regione che ha dovuto affrontare difficoltà peggiori di quelle nazionali, ma che mantiene comunque un ruolo preminente tra le regioni meridionali per valore aggiunto pro capite. Il maggiore contributo alla produzione del valore aggiunto è fornito dai sistemi urbani dei capoluoghi provinciali, nell’ambito dei quali Pescara fa la parte del leone accompagnata dai comuni della sua corona, dai tradizionali poli dello sviluppo industriale, da un gran numero di centri urbani costieri, dai centri di servizi di lunga tradizione e di recente riconversione dall’industria. Nel biennio analizzato la crisi ha investito gran parte del territorio regionale rendendo evidenti le criticità che affliggono molti dei settori economici abruzzesi, ma sono emersi anche sintomi di sviluppo, non solo sulla costa ma anche nelle aree interne che fanno ben sperare per una ripresa futura”.
Il valore aggiunto in Abruzzo
Il valore aggiunto totale prodotto in Abruzzo nel 2013 è stato di 27,5 miliardi di euro (1,9% del totale nazionale) con un calo rispetto al 2011 del 2,9%, peggiore di quello sia italiano (-1,0%) sia meridionale (-2,6%). Il valore aggiunto pro capite ha raggiunto i 20.617 euro (86,0% del valore italiano e 133,8% di quello meridionale) diminuendo rispetto al 2011 del 4,9%, più del Meridione (-4,1%) e dell’Italia (-3,3%). L’agricoltura fornisce il 2,9% del valore aggiunto regionale, valore intermedio tra quello italiano (2,3%) e meridionale (4,2%), le attività manifatturiere ne producono il 19,1% e quelle edili il 6,9%, valori superiori alle medie nazionali (rispettivamente 18,0% e 5,2%) che identificano l’Abruzzo come una regione “industriale”. La quota maggiore deriva dai servizi che producono più dei due terzi del valore aggiunto (66,9%), meno che in Italia (70,8%), mentre il turismo il 4,1% del totale (in Italia: 3,6%). Rispetto al 2011 nella regione solo l’agricoltura (+21,2%) e il turismo (+1,7%) hanno aumentato il contributo alla produzione di valore aggiunto (in Italia rispettivamente +9,1% e -0,7%).
Il valore aggiunto nei sistemi locali abruzzesi
Il sistema locale di Pescara produce il maggiore ammontare di valore aggiunto (5,6 miliardi di euro cioè circa un quinto del totale regionale), seguito dai sistemi locali degli altri capoluoghi provinciali (Chieti: 2,9; Teramo: 2,4; L’Aquila: 2,2) e dei poli industriali di Atessa (2,4) e Avezzano (2,1).
Tra 2011 e 2013 il valore aggiunto è diminuito in gran parte dei sistemi locali, ad eccezione di Vasto (+0,5%), Teramo (+1,3%) e L’Aquila (+2,7%). Le flessioni peggiori sono state rilevate a Pescasseroli, Avezzano e Sulmona mentre i valori pro capite più elevati sono appannaggio dei sistemi turistici di Pescasseroli e Castel di Sangro e in quello industriale di San Salvo.
I sistemi locali abruzzesi mostrano specializzazioni diversificate ma l’agricoltura risulta prevalente a Avezzano, Celano, Penne e Teramo, le attività manifatturiere nella val Vibrata (appartenente al sistema interregionale di Ascoli Piceno), Atessa, Chieti, Ortona e San Salvo, quelle edili a Guardiagrele e L’Aquila, i servizi a Pescara e Sulmona, il turismo a Castel di Sangro, Giulianova, Martinsicuro, Pescasseroli, Pineto e Vasto.
Il valore aggiunto nei comuni abruzzesi
Il valore aggiunto prodotto nei comuni abruzzesi va dal minimo di Montebello sul Sangro (896.823 euro) al massimo di Pescara (3,1 miliardi di euro pari all’11,3% del totale regionale). Superano il miliardo di euro gli altri tre capoluoghi provinciali (L’Aquila: 1,7; Teramo: 1,3; Chieti: 1,4) insieme ad Avezzano (1,0). Superano i 200 milioni di euro i comuni della costa (Montesilvano, Vasto, San Salvo, Ortona, Giulianova, Roseto, Martinsicuro, Città Sant’Angelo e Francavilla al Mare), quelli dell’area urbana pescarese (Spoltore, Cepagatti, San Giovanni Teatino), i centri industriali (Atessa, Sulmona) e quelli di antica tradizione terziaria (Lanciano, Penne). Alla fascia più bassa appartengono 98 comuni ognuno dei quali produce un valore aggiunto minore di 15 milioni di euro. Sono distribuiti nelle alte e medie vallate del Sangro e del Trigno, nella media valle del Sinello, in alcuni tratti dei versanti del massiccio della Maiella, nella valle del Sagittario, nella Conca Subequana, sul versante meridionale del Gran Sasso, nell’alta valle del Liri, nella media valle dell’Aterno. Tra il 2011 e il 2013 il valore aggiunto è aumentato in 4 comuni su 10 distribuiti in alcuni tratti della costa teramana, della costa teatina, delle colline litoranee teramane e teatine, del versante settentrionale del massiccio del Gran Sasso, della valle dell’Aterno e della Conca Subequana, del versante meridionale della Maiella e dell’altopiano delle Cinquemiglia, la media vallata del Sangro, del Trigno.
A livello comunale le specializzazioni prevalenti sono molto diversificate: quella agricola risalta nei comuni della conca del Fucino, i monti della Laga, l’alta valle dell’Aterno, le vallate del Fino e del Tavo, le colline litoranee teatine, la parte centrale della costa chietina ed alcune sezioni delle medie vallate del Sangro e del Sinello. La specializzazione manifatturiera mostra la supremazia di Atessa, Gissi, Ancarano e Controguerra e aree come la val Vibrata, la media vallata del Vomano, una sezione delle colline litoranee teramane, la valle del Fino, la vallata del Pescara, la bassa valle del Sangro, il versante orientale della Maiella, la bassa vallata del Trigno, parte della Conca del Fucino e del Carseolano. Aree di particolare specializzazione nell’edilizia emergono nella vallata del Sangro, del Trigno e del Sinello, della valle dell’Aterno, della valle del Gizio, della valle Roveto, dell’area pedemontana settentrionale della Maiella e del versante settentrionale del Gran Sasso. Riguardo ai servizi spiccano i tre capoluoghi delle province marittime, Lanciano, Sulmona, la valle del Trigno, il versante orientale della Maiella. La specializzazione nelle attività turistiche prevale in alcuni comuni dell’Altopiano delle Rocche, del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, del versante meridionale del Gran Sasso, del versante nord-occidentale della Maiella, della valle del Sagittario, dell’Altopiano delle Cinquemiglia, della media valle del Sangro, nella costa teramana e in alcune sezioni della costa teatina.
Focus turismo
Sulla base del ruolo del turismo nella produzione di valore aggiunto e nel mondo imprenditoriale, sono stati individuati sistemi locali specializzati, con peso elevato del turismo sia nel valore aggiunto che nel numero di imprese (Pescasseroli, Castel di Sangro, Martinsicuro, Pineto, Giulianova, Celano), quelli in cui esiste la possibilità di utilizzare in maniera più efficace la già specializzata struttura produttiva esprimendone le potenzialità di sviluppo (L’Aquila), quelli specializzati in altre attività economiche (Ortona, San Salvo, Atessa, Guardiagrele, Penne, Chieti), quelli che mostrano la maggiore efficacia nell’organizzazione delle attività turistiche in cui il turismo pesa meno nell’imprenditoria e più nella produzione di valore aggiunto (es. Pescara, Vasto).
Focus pubblica amministrazione
Mediamente in Abruzzo il peso della pubblica amministrazione sul valore aggiunto totale è di circa il 16%. Risalta il ruolo di capitale regionale svolto dal centro principale del sistema locale aquilano, il cui valore aggiunto è pari a più del doppio di quello medio regionale.
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