PESCARA – Sabato 1
Presenterà il volume il presidente della Pro Loco di Pianella, Dott. Roberto Sergiacomo.
Un romanzo fortemente voluto da Di Giovanni che ha dato l’idea a Serpentini e ha seguito passo passo la nascita del romanzo, curandone anche la prefazione. Un grande apporto è stato fornito per le notizie storiche su Castelli, sull’ubicazione delle botteghe dei ceramisti e tant’altro dal Direttore del Museo, il ceramologo Diego Troiano. Entrambi interverranno alla presentazione del libro.
Un’opera, quindi, che in qualche modo nasce a Pianella e che, dopo la prima presentazione a Castelli accompagnata dalle letture di Serpentini e dalle musiche del cantastorie Roppopò, torna nella città vestina per una presentazione speciale.
Ad essa seguirà l’inaugurazione della mostra al MACA “Brick up! il soffitto Libertini” di Chiara Druda, Danny Jorket e Sara.
Il 3 agosto 1716, trecento anni fa, a
La tassa sulle maioliche, che il Marchese della Valle Siciliana voleva esigere interamente a proprio beneficio, era un vero e proprio attentato per l’economia delle tante piccole botteghe artigiane già costrette ad affrontare un difficile momento economico e un mercato diventato asfittico.
Erano insopportabili anche la durezza e la crudeltà di Don Girolamo Oddoni, Erario del Marchese, chiamato sprezzantemente “il gobbo di Isola”, che a suo nome e per suo conto affliggeva con una continua esazione di tasse e di balzelli e rinchiudeva nelle sue carceri indistintamente colpevoli e innocenti, rei e testimoni, tenendoli alle catene a morire di stenti.
Quando, quel 3 agosto 1716, si presentarono a Castelli gli uomini del Marchese, una masnada di sgherri, scherani, sbirri e briganti calabresi, per sottomettere i riottosi Reggenti dell’Università e i popolani renitenti all’obbedienza e alla sudditanza, la ribellione scattò inesorabile.
Gli uomini del Marchese vennero respinti, sconfitti, sbaragliati, gli scontri furono aspri e cruenti e la vittoria arrise, almeno momentaneamente, ai castellani, guidati dal loro artista ceramista più rinomato e destinato alla celebrità: Francescantonio Grue.
Il ricordo della ribellione è restato nei secoli, a testimoniare l’ansia di riscatto di una comunità che trovò la forza di opporsi all’ingiustizia e a chi voleva imporla con la prepotenza e con l’imperio.
Nella narrazione della rivolta che Elso Simone Serpentini fa della vicenda, viene utilizzata una forma che si rifà al genere del romanzo storico e risulta perciò più avvincente di quanto potesse essere un saggio abbarbicato a documenti – peraltro scarsi – a note a pie’ di pagina e a noiose considerazioni.
La rivolta di Castelli diventa così nelle pagine di Serpentini materia viva, basata su precisi riferimenti di persone, luoghi e fatti, ma interessante nella ricostruzione di avvenimenti e di atmosfere di un passato ormai lontano trecento anni, che però è più vicino a noi di quanto possa apparire.
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