E’ quanto ha affermato il Presidente della Giunta regionale Luciano D’Alfonso nell’incontro con i direttori generali delle Asl abruzzesi, convocato per ridefinire le procedure dei bandi di gara per l’acquisto di beni e servizi nelle aziende sanitarie della Regione. Che in Abruzzo cubano una spesa pari a 650 milioni.
“Gli acquisti di qualità – ha proseguito D’Alfonso – derivano dai dati che le Asl devono recuperare, razionalizzare e conoscere, scambiandosi anche informazioni tra le varie direzioni. E’ immorale pagare prezzi maggiorati per mancanza di configurazione a monte dell’esattezza dei numeri delle voci contrattuali di prestazione e forniture, e poi dover chiudere le strutture sanitarie per difetto di risorse. Per questo vi esorto a far circolare le informazioni, creando se del caso anche delle maschere informatiche adeguate, a tipizzare i procedimenti e soprattutto i costi standardizzabili delle singole voci economiche di acquisto, a ruotare il personale degli Uffici acquisti e a descrivere puntualmente la consistenza degli arretrati da lavorare, liquidare o utilizzare”.
Per il Presidente “bisogna riorganizzare le procedure di comportamento riguardanti i bandi per l’acquisto di beni e servizi, compiendo un lavoro di rielaborazione e messa in competizione tra le diverse offerte che arrivano concretamente. Ma occorre anche dotarsi di una contabilità analitica differenziata che permetta di uniformare e monitorare tutti i tempi di pagamento. E’ ora di mettere fine alle grandi disarmonie – che a volte diventano contrapposizioni – nelle gare bandite dalle varie Asl e soprattutto nei valori di riferimento di ciò che si compra”.
I direttori delle aziende sanitarie hanno convenuto su questa esigenza, cogliendo il significato della centrale unica di aggregazione e di acquisto, consapevoli che l’operazione avrà successo se le Asl – per la parte importante di competenza – saranno implacabili nella costruzione di capitolati di esigenze prestazionali.