PESCARA – Successo a Pescara per Daniele Silvestri, che lo scorso 19 marzo ha fatto tappa al teatro Massimo con il suo “Acrobati in Tour” (unica data abruzzese). Uno spettacolo completo, diviso in due set, dove proprio la seconda parte ha costituito uno scatto in avanti e un ulteriore salto di qualità all’interno di un concerto comunque impeccabile ed equilibrato sia nella scaletta che nella scenografia.
Mentre la tastiera di Silvestri appare in scena nascosta dietro un finto pozzo, parte ‘Mi persi’, singolo che anticipò l’album ‘Il latitante’ e che venne passato in radio per un solo giorno, con una programmazione in streaming – sempre per un solo giorno – sul sito di Radio Deejay. Poi basta. Un modo decisamente originale, e controcorrente, che l’artista ideò per promuovere la sua musica.
Ed è proprio con questo brano che inizia il viaggio musicale dell’Acrobati in Tour. Daniele è calmo e rilassato, appare a suo agio nel ruolo di cantastorie e ogni tanto scambia qualche battuta con la platea. Scorrono canzoni di oggi e di ieri: “La mia routine”, “Monolocale” (interessante riflessione sulla capacità di costruirsi degli autentici ‘film’ basandosi solo su pochi elementi conosciuti di una persona), “Quali alibi”, “Tutta colpa di Freud” (colonna sonora dell’omonima pellicola cinematografica), “Ma che discorsi” e “Precario è il mondo”.
E poi ancora “Le navi”, “Sulle rive dell’arrone” e “Il mio nemico”. Dopo un breve intervallo, Daniele torna sul palco vestito come un domatore, e anche l’ambientazione cambia assumendo un aspetto circense: d’altronde, dopo “Monetine” e “L’orologio”, tocca proprio ad “Acrobati”, con il suo autore che si improvvisa equilibrista su un immaginario filo. A questo punto il live è decisamente decollato.
Dopo la profondità di “A bocca chiusa” ci si diverte grazie all’ironia di “Testardo”, che recita: «Se ancora un po’ mi piaci la colpa è dei tuoi baci che mi hanno preso l’anima de li mortacci tua». Ma il cantautore romano recupera anche gemme del passato come “Samantha”, “L’Y10 Bordeaux” e, soprattutto, “Occhi da orientale”.
Nel finale è il tripudio con “Aria” e “Cohiba”, quest’ultima richiesta a gran voce sin dalle prime battute e sulle cui note il pubblico si riversa sotto il palco. Pescara, negli anni ’90, è stata una delle prime piazze a tenere a battesimo Silvestri. Un amore mai terminato, e che il 19 marzo ha vissuto un nuovo capitolo della sua storia.