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Danni per mancato ripascimento

da Donatella Di Biase

Possibile class action da parte degli stabilimenti balneari

PESCARA – Il Capogruppo del Partito Democratico  Moreno Di Pietrantonio, il Vicecapogruppo  Enzo Del Vecchio e il Consigliere Florio Corneli in un comunicato stampa affrontano il problema del ripascimento del litorale sud di Pescara e  criticano l’operato dell’Amministrazione Mascia in merito a tale problema.

Recita così la nota degli esponenti del PD pescarese:

Non bisognava essere dei profeti per immaginare che alla prima mareggiata estiva gli stabilimenti pescaresi posti a sud di Fosso Vallelunga sarebbero andati sommersi dall’acqua e la spiaggia ridotta ad un piccolo lembo incapace di ospitare quanto di necessità per quelle attività turistiche.
Profezia che i balneatori di quel tratto di spiaggia unitamente ai loro ospiti hanno potuto constatare questa mattina, unitamente ai consiglieri del Partito Democratico Di Pietrantonio, Del Vecchio e Corneli recatisi sul posto, in una comune imprecazione per gli effetti diversi che questa situazione ha generato.
Purtroppo si tratta di una conseguenza ineludibile causata dalla improvvisazione e dalle scelte sbagliate fatte dall’amministrazione Mascia quando, nella primavera avanzata, aveva disposto un progetto di ripascimento delle spiagge cittadine del litorale sud con una tempistica ed un cronoprogramma che inevitabilmente avrebbe penalizzato gli stabilimenti più a sud.
Infatti, quel cronoprogramma invece di prevedere, come era naturale e logico, di iniziare i lavori di ripascimento partendo dalla estremità più lontana del sito interessato, visto che il prelievo della sabbia avveniva all’imbocco del porto turistico e con un sistema di ripascimento morbido, e cioè interessando gli stabilimenti a sud di Fosso Vallelunga, ritenne di dover iniziare da quelle spiagge di Piazzale le Laudi. Proprio da quelle che meno di tutte avevano bisogno di interventi di manutenzione e di prevenzione rispetto alle previste mareggiate che puntualmente ci sarebbero state.
Una scelta scellerata che si è vieppiù acuita con gli sviluppi, sembrerebbero giudiziari, che ha visto l’amministrazione interrompere a metà l’opera di ripascimento per non meglio precisate causa di inquinamento, ancora oggi sconosciute, che ha innescato una controversia con l’impresa aggiudicataria dei lavori per la sospensione degli stessi oltre ad una aggiuntiva spesa di 108.000 euro sostenuta per rimuovere circa 2.500 metri cubi di sabbia accumulati e provenienti da quello stesso aborto di ripascimento dando altresì origine ad una ulteriore controversia con il Marina di Pescara.
Si potrebbe dire che l’amministrazione Mascia con una operazione ha colto due piccioni: sia ben inteso entrambi negativi che costeranno alla collettività, oltre a quanto già sostenuto, ingenti risarcimenti.
E non è escluso che a queste due controversie non si aggiunga anche un’altra. Quella che potrebbero promuovere i titolari di quegli stabilimenti che in queste ore sono alle prese non con il soddisfacimento dei naturali bisogni della propria clientela turistica, quanto dei disagi e delle difficoltà per garantire un pezzo di spiaggia a chi ha già prenotato un ombrellone sulla spiaggia e non dentro il mare e che l’amministrazione Mascia ha generato con un progetto iniziato male e finito peggio.

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