PESCARA – A chiudere il Future Pop, nuovo festival della musica contemporanea, con la direzione artistica del Maestro Angelo Valori, giovedì 2 settembre per il terzo e ultimo appuntamento in programma, c’è Dardust, una delle firme più autorevoli della musica italiana oltre che uno degli artisti più geniali del panorama internazionale.
Dardust, al secolo Dario Faini, classe 1976, è un artista innovativo, con uno stile pop capace di spaziare fino all’elettronica. Compositore, produttore discografico e musicista, è tra i pianisti italiani più ascoltati al mondo, vantando oltre 35 milioni di riproduzioni all’attivo, con la sua musica che ha accompagnato eventi di richiamo internazionale come il Superbowl di football (2018) e l’All Star Game del basket Nba (2019). Lo pseudonimo Dardust è un omaggio al personaggio Ziggy Stardust di David Bowie e un tributo al duo Dust Brothers, divenuto celebre con il nome The Chemical Brothers, scelto dall’artista con l’obiettivo di creare musica che unisce sonorità neoclassiche con quelle elettroniche.
Autore e produttore d’eccezione, ha firmato numerosi grandi successi italiani, vantando un palmarés di oltre 50 dischi di Platino, collaborando con i più importanti artisti italiani, tra cui Thegiornalisti, Fiorella Mannoia, Marco Mengoni, Fedez, Francesca Michielin, Annalisa, Luca Carboni, Mahmood, Ghali e Jovanotti.
Al Future Pop, grazie anche al contributo della Presidenza del Consiglio Regionale d’Abruzzo, l’artista presenta una tappa del suo “Storm and Drugs Tour”, concerto-racconto, in piano solo, dei viaggi musicali legati alla sua trilogia discografica: nel fluire dello spettacolo, “7”, l’esordio scritto e registrato a Berlino, intreccia le proprie note e immaginari in “Birth”, nato tra le nevi e i freddi paesaggi islandesi di Reykjavik, per chiudere con le suggestioni dell’ultima produzione S.A.D. Storm and Drugs, registrata tra Londra ed Edimburgo. Attraverso un viaggio nello spazio, Dardust porta in scena, con uno spettacolo articolato in due atti, uno dei progetti strumentali tra i più interessanti e di successo del panorama italiano ed internazionale: al primo atto, “Storm”, più intimo e dal taglio teatrale che riprende la poetica e l’immaginario dello sturm und drang settecentesco in ogni aspetto visivo; al secondo, “Drugs”, dove attinge alla parte più electro trasformando lo show nel finale in una vera atmosfera rave.
S.A.D. Storm and Drugs, ultimo capitolo di una trilogia discografica, è il primo progetto italiano di musica strumentale capace di unire il mondo pianistico minimalista all’attuale immaginario elettronico di matrice Nord Europea, che potrebbe essere definito un lavoro autobiografico, un viaggio che attraversa la vita dell’artista, dal bambino che era all’uomo che è oggi, passando attraverso tempeste emozionali e senso di riscatto.