REGIONE – Antonio Marascia, presidente Confcooperative Abruzzo, presentando alcuni dati che emergono da uno studio effettuato dagli uffici nazionali della confederazione in relazione ai dazi che si appresta a varare l’amministrazione Trump, ha afffermato che si stima una sensibile contrazione delle vendite per vino, olio d’oliva, formaggi, pomodoro e pasta. Per ogni contrazione dell’export agroalimentare del 10% si temeanche una consistente perdita di occupazione per ciascuna filiera cooperativa
«Siamo preoccupati – prosegue il presidente Marascia – perché le cooperative abruzzesi dell’agroalimentare contribuiscono in maniera sostanziale alle dinamiche del mercato: la nostra è una rete che fattura oltre 700 milioni di euro e che danno lavoro a oltre 3mila addetti. Dobbiamo attuare tutte le misure per proteggere questa ricchezza economica e sociale».
«Le imprese hanno bisogno di risposte immediate – gli fa eco il direttore regionale, Filippo Turi – Negli ultimi 5 anni le cooperative hanno subito i danni del covid, la tempesta dei prezzi dell’energia e delle materie prime con aumenti che non sono più rientrati. E ora la guerra dei dazi».
Il presidente nazionale Confcooperative, Maurizio Gardini, osserva che «quando dall’Europa sento che apriremo nuovi mercati posso essere d’accordo, ma occorrono anni. E di tempo le cooperative non ne hanno, se pensiamo che nei porti italiani sono ferme già oltre 1 milione di bottiglie di vino e tanti altri prodotti del nostro agroalimentare Made in Italy stoccato nei magazzini a partire dai formaggi e dal pomodoro».
«Al danno si aggiunge la beffa perché i dazi americani favoriranno l’Italian Sounding. Questa partita va affrontata con la massima determinazione e concretezza a livello comunitario. Preferendo gli accordi al protezionismo. Misure di sostegno alle imprese e cooperative piuttosto che muro contro muro. I dazi e il protezionismo – conclude il presidente Marascia – non convengono a nessuno».