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De Collibus: “grave Vulnus inferto al centro storico di Pescara”

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PESCARA – Riceviamo e pubblichiamo una nota di Giulio De Collibus, presidente dell’Archeoclub, relativa ad  una costruzione   che svilisce ulteriormente il centro storico  di Pescara ,nei pressi della casa d’Annunzio .Il comunicato è stato inviato all’Assessore all’edilizia privata del Comune di Pescara, Sandra Santavenere e per conoscenza alla Soprintendenza per i Beni  Architettonici d’Abruzzo(L’Aquila).Si legge nella nota:

Dopo circa un ventennio sono state tolte finalmente le recinzioni che nascondevano l’edificio in costruzione, In via Catone, all’angolo con corso Manthonè, proprio a fianco di casa d’Annunzio, monumento nazionale.
Al posto della modesta e caratteristica costruzione che aveva ospitato “Spizzico”, il più rinomato ristorante pescarese del periodo anteguerra e dell’immediato dopoguerra, è comparso un ignobile edificio dall’indefinibile stile in falso antico con ispirazione nordica, tipo Disneyland, che già qualcuno ha già ribattezzato: ”la casa della famiglia Adams”.
Si tratta del più grave “vulnus degli ultimi anni, fra i tanti apportati al centro storico di Pescara, a partire dall’ex Banco di Roma, per finire alla recente ristrutturazione di piazza Unione.
Eppure, già dal 1999, questa associazione si era interessata del caso, dopo che nel lontano 1980 il nuovo proprietario dell’immobile, per dabbenaggine od altro, ne aveva provocato il parziale crollo con scavi imprudenti a ridosso delle sue fondamenta.
Segnalavamo in data 23/9/1999 al Comune di Pescara, e per conoscenza alla Procura della Repubblica, che in quel cantiere, già da anni completamente recintato e nascosto alla vista senza alcun cartello indicante gli estremi della licenza edilizia, erano ripresi i lavori nella massima riservatezza e chiedevamo di verificare la regolarità della situazione.
Nel dicembre dello stesso anno segnalavamo inoltre alla Soprintendenza ai Beni Archeologici, provocandone il pronto intervento, che in quel cantiere, sempre con molta circospezione, veniva asportata terra di scavo senza l’obbligatorio controllo richiesto dal vincolo archeologico cui è sottoposta tutta la zona .
Nei giorni successivi inviavamo al sindaco di Pescara una lettera con la quale lamentavamo il sottodimensionamento dell’ufficio abusi edilizi che favoriva ogni sorta di violazione.
Nel giugno del 2000, a seguito di un sequestro del cantiere disposto dal P.M. dr. Aceto, con un comunicato stampa sottolineavamo il protrarsi da anni della situazione di assoluta mancanza di trasparenza, denunciavamo il fatto che presso il comune di Pescara non si riusciva a rintracciare la prima licenza edilizia rilasciata ed invitavamo l’amministrazione comunale ad un maggiore controllo in un’area che, nonostante il vincolo archeologico e paesaggistico, subiva continue aggressioni.
Nonostante tutto siamo ugualmente arrivati a questo gravissimo scempio:
Facciamo quindi affidamento sulla Sua sensibilità chiedendoLe:
– che sia verificata, passo dopo passo, la regolarità della concessione edilizia e dell’iter che ha portato al suo rilascio , la corrispondenza fra la stessa e l’opera realizzata, nonché i motivi per i quali la ditta per tutti questi anni ha potuto di omettere di esporre gli obbligatori dati relativi alla concessione edilizia nonostante le ripetute segnalazioni;
– che sia reso noto il nominativo del progettista;

– che siano verificate le cubature realizzate che, a prima vista, appaiono ben superiori a quelle dell’edificio preesistente;
– se siano stati rispettati tutti gli eventuali vincoli esistenti sull’area;
Alla Soprintendenza per i Beni Monumentali, che ci legge per conoscenza, chiediamo di verificare la regolarità di quanto di sua competenza.

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Redazione

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