L’AQUILA – A piazza Chiarino, una delle piazze più vive del centro storico aquilano, anche Off Site Art partecipa a questo decennale del terremoto con una nuova, audace installazione che vuole stimolare dialogo e riflessioni sulla nostra contemporaneità. In una fase in cui la città ricostruisce non solo le proprie infrastrutture, ma anche la propria identità culturale.
Per il ciclo di installazioni “Due a due”, che vede la collaborazione tra due illustratori o fumettisti italiani, Off Site Art, con la collaborazione della libreria Polarville L’Aquila, ha messo a confronto l’ironia in bianco e nero di Martina Vanda con l’acquerello, politico e poetico assieme, del pluripremiato fumettista italiano Gipi (pseudonimo di Gian Alfonso Pacinotti). La protagonista delle opere di entrambi è una ragazza che interpreta, in modi differenti, la dicotomia del soggetto muro-ponte.
Nel manifesto di Gipi “Oltre il confine” un muro con del filo spinato è sormontato da un enorme libro, sul quale si erge una figura femminile, esile e leggera, che scruta l’orizzonte e la città in lontananza. Un riferimento al potere della lettura, dell’immaginazione e della fantasia, capaci di far superare qualunque confine. La mano di Gipi, che qui arriva con pennellate leggere, ci racconta in una sola immagine una storia tristemente conosciuta di guerre e divisioni politiche, culturali ed economiche, facendo arrivare le emozioni nel nostro cuore in punta di piedi. Ne emerge una potenza comunicativa lontana da quella violenta dei telegiornali e dei programmi televisivi, ma che commuove per la sua verità.
I due disegni di Martina Vanda presentano invece un tratto grafico realizzato a china, per un impatto immediato, diretto, fulmineo, che cerca di catturare gli sguardi veloci dei passanti, dei residenti e dei tanti giovani che vivono Piazza Chiarino la sera. A sinistra, l’opera “A wonderful life” è un disegno scherzoso, sarcastico, nel quale una ragazza sta in posizione “criceto” e si sostiene, come un ponte tra due muri, con le mani e i piedi che premono gli estremi del riquadro. L’immagine, come per Gipi, tratta i confini, ma questa volta sono quelli del foglio bianco, sempre troppo stretto per contenere immaginazione e fantasia. Nell’altra opera di Vanda “What a wonderful life” invece la (stessa?) ragazza dorme, sfinita, (forse dopo aver provato ad allargare il foglio bianco?), avvolta sotto una coperta che sembra un paesaggio collinare astratto.
[Foto di Alessandra Iezzi]
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