“Tocca prendere atto di essere ancora al tempo delle elemosine di Stato, in barba alle numerose imprese italiane già scomparse”
REGIONE – “Ci auguriamo vivamente che il governo Draghi rispetti l’impegno annunciato di provvedere, a breve, a rifinanziare nuove risorse per le imprese italiane, deluse al momento dall’atteso decreto legge, che di “sostegno” non ha neppure la parvenza.
Corrispondere dall’1,7% al 5% al massimo delle perdite subite annue, significa avere una misura ampiamente insufficiente per migliaia e migliaia di imprenditori a cui sono stati imposti sacrifici pesantissimi. Un decreto, quello appena varato, bocciato senza riserve dagli operatori economici e dalle associazioni di categorie che lo definiscono inadeguato sia in termini di aiuti per le singole aziende sia ai fini del rilancio dell’economia dei territori. Una amarezza – quasi senza precedenti – per imprese e lavoratori, dovuta anche alle grandi aspettative tradite nell’apprendere che nulla è cambiato.
Dal nuovo Governo era lecito attendersi un rapido cambio di passo, a partire dal primo provvedimento che sarebbe dovuto essere un intervento “ad urto”, in grado cioè di restituire liquidità e fiducia. E, invece, tocca prendere atto di essere ancora al tempo delle elemosine di Stato, in barba alle numerose imprese italiane già scomparse – a causa della pandemia e degli scarsi indennizzi governativi – e di tutte quelle che rischiano di non riaprire nel 2021. L’ultimo rapporto del Censis-Commercialisti sull’andamento dell’economia italiana, pubblicato a novembre 2020, conta 460.000 piccole imprese a grave rischio chiusura: è in gioco un fatturato complessivo di 80 miliardi di euro e quasi un milione di posti di lavoro. Dopo le cifre irrisorie stanziate con il dl Sostegni – che non consentono alle aziende di coprire neppure i costi fissi – ci aspettiamo che il Governo, subito, inverta la rotta per salvare – come affermano – l’economia del nostro Paese”.
La nota del capogruppo di FdI in Consiglio regionale, Guerino Testa e del segretario regionale del partito, Etelwardo Sigismondi.