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Degrado dalla pista ciclabile fiume Pescara, a lavoro per trovare soluzioni

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Foschi: “Dal sopralluogo è emersa una situazione di degrado inaccettabile su un percorso ciclopedonale straordinario e unico sotto il profilo ambientale, visto che costeggia tutto il fiume, un’oasi naturale in mezzo alla città”

PESCARA – “Una task force operativa per eliminare il degrado dalla pista ciclabile che costeggia il fiume Pescara e renderla finalmente fruibile in sicurezza. Mentre gli Uffici tecnici completeranno entro novembre l’acquisizione al patrimonio comunale dei 3.642 metri lineari di pista, la Polizia municipale, con il comandante Danilo Palestini, provvederà a una verifica sulla legittimità edilizia dei ruderi e delle stalle individuate lungo il percorso con dentro i cavalli. Se dovesse trattarsi di costruzioni abusive si provvederà al loro sgombero e alla relativa demolizione. Nel frattempo Ambiente Spa ha già presentato al Comune un preventivo per assumere la gestione ordinaria annuale, ovvero lo spazzamento e la cura del verde, lungo l’asse ciclopedonale, ossia 65mila 630 euro complessive, in attesa dell’esame di congruità del Comune. Sono queste le attività che partiranno nell’immediato e che già per dicembre andremo a verificare, per restituire sicurezza a quell’asse che deve finalmente divenire parte del tessuto cittadino”. Lo ha annunciato il Presidente della Commissione Mobilità Armando Foschi ufficializzando l’esito della seduta odierna della Commissione che, dopo il sopralluogo sul posto dello scorso 12 ottobre, ha riunito attorno al tavolo l’ingegner Giuliano Rossi, la dirigente Federica Mansueti, il funzionario Fausto Di Francesco e Massimo Del Bianco quale responsabile di Ambiente Spa per la costituzione di un team di lavoro teso alla riqualificazione della pista ciclabile stessa.

“Dal sopralluogo è emersa una situazione di degrado inaccettabile – ha ricordato il Presidente Foschi – su un percorso ciclopedonale straordinario e unico sotto il profilo ambientale, visto che costeggia tutto il fiume, un’oasi naturale in mezzo alla città, dal ponte d’Annunzio sino allo stabilimento Fater in via Raiale, azienda che peraltro ha anche realizzato parte della pista proprio per offrire ai propri dipendenti la possibilità di raggiungere in bici il posto di lavoro. Però da anni quella pista non è fruibile perché ovunque ci sono rifiuti scaricati in maniera illegale, e parliamo di rifiuti inerti, ingombranti, lasciati sul terreno così come sotto il cavalcavia; poi sul lato nord della pista, proprio accanto al lungofiume, dunque nascosta tra la vegetazione, spunta una baraccopoli, una lunga fila di casupole, con pareti arrangiate alla meno peggio in muratura e tetti costituiti da lastre di amianto, che sembrano ruderi di servizio rispetto a pseudo-orti, che, anch’essi, non sappiamo se siano stati o meno autorizzati dal Demanio o dal Genio Civile, comunque proprietari e titolari delle aree.

E dopo le baracche, dotate di tavoli e sedie per eventuali pic-nic domenicali, dulcis in fundo, spunta anche una stalla con tanto di cavalli all’interno, paglia e, ovviamente, il letame lasciato esposto all’aria aperta, resa irrespirabile, con gravi rischi ambientali visto che a pochi passi c’è il fiume. In più l’asse ciclabile è completamente al buio perché agli impianti della pubblica illuminazione sono stati tagliati tutti i cavi per rubare i fili di rame, puntualmente sottratti, ciò significa che dal tramonto in poi l’asse ciclopedonale è off limits sia ai ciclisti che a chi pratica jogging per non correre il rischio di incappare in pessimi incontri. E a questo punto ci preoccupa anche il cantiere aperto dal Comune per l’ennesimo rifacimento del ponte ciclopedonale in legno realizzato per il collegamento tra le due sponde: parliamo di un investimento di circa 250mila euro di fondi SUS secondo lotto, e finalmente i progettisti hanno capito che il legno, esposto alle intemperie meteorologiche e all’umidità del sottostante fiume, non ha lunga vita, né è pensabile aprire al traffico il ponticello per due mesi e poi di nuovo chiuderlo, e infatti attualmente il ponte è chiuso ai potenziali fruitori da un anno e mezzo.

Quindi, questa volta, si procederà a sostituire definitivamente le assi e la struttura portante oggi in legno con strutture in acciaio, ma comunque è evidente che occorre intervenire anche sulla pista ciclabile per non spendere inutilmente le risorse destinate al ponte che peraltro dovrebbe essere pronto per fine anno. Oggi sono arrivate le prime risposte alle nostre richieste di intervento: l’ingegner Rossi e la dirigente Mansueti hanno annunciato di essere in procinto di chiudere l’acquisizione al patrimonio del Comune della pista ciclabile dalla Provincia di Pescara che la cede perchè, per carenza di fondi, non riesce a far fronte alla sua manutenzione. La proprietà dei terreni è del Genio Civile con cui si firmerà il verbale di consegna delle aree non appena verrà formalizzata dal Comune la Polizza di garanzia dei canoni da versare, oltre al canone del 2020 e all’impegno di spesa per le annualità successive, procedura che dovrebbe chiudersi entro fine novembre. Nel frattempo, come ha rivelato l’ingegner Rossi, il Comune si sta già occupando della manutenzione dell’asse con la pulizia del verde e la rimozione degli ingombranti abbandonati. Sul fronte della sicurezza e delle costruzioni potenzialmente abusive – ha proseguito il Presidente Foschi -, il comandante Palestini ha annunciato che nei prossimi giorni attiverà le attività di indagine sulle baracche e stalle e, se dovesse essere confermata l’assenza di titoli edilizi, si procederà con sgomberi e demolizioni, mentre sono quotidiani i passaggi dei ‘falchi’ in borghese in moto sulla pista ciclabile e proprio ieri è stato fermato un cittadino nigeriano presente sulla pista che aveva destato sospetti e alla perquisizione è risultato in possesso di sostanze stupefacenti e denaro in contanti.

Il successivo controllo domiciliare ha permesso di accertare la presenza di altro denaro di provenienza ingiustificata e di altre sostanze stupefacenti in grosse quantità, il giovane è stato ovviamente arrestato e stamane c’è stato il processo per direttissima. Per quanto riguarda la problematica inerente la manutenzione ordinaria e la pulizia, il funzionario Fausto Di Francesco e Ambiente Spa stanno operando su due fronti, ovvero: la rimozione degli scarti edili e dell’amianto va affidato a ditte esterne, in quanto pattume pericoloso; per l’ordinario invece già lo scorso 25 agosto Ambiente Spa ha inviato il proprio preventivo di spesa al Comune per assumere la gestione del relativo servizio relativo alla pista ciclabile che non è contemplato nel capitolato generale di appalto delle attività svolte dalla società su Pescara proprio perché la pista non è ancora del Comune. In sostanza Ambiente ha previsto un intervento iniziale di presa in carico chiedendo al Comune 494 euro per lo spazzamento complessivo dei 5 tratti di pista per 3.642 metri lineari complessivi e 5.600 euro per la prima manutenzione del verde, che prevede lo sfalcio dell’erba, il taglio, la risagomatura delle siepi, dunque un riordino complessivo. Poi Ambiente ha chiesto l’investimento annuo di 17mila 130 euro per lo spazzamento settimanale e pulizia di caditoie e tombini, e 48mila 500 euro per la manutenzione del verde con interventi mensili e, a giudizio di Del Bianco tale frequenza di attività dovrebbe mantenere l’asse ciclopedonale in condizioni decenti, mentre la situazione odierna è evidentemente frutto di anni di assenza di manutenzione. A questo punto attendiamo il passaggio formale della concessione – ha detto ancora il Presidente Foschi – e già per dicembre potremo andare a verificare i primi interventi sulla pista, mentre nei prossimi giorni coinvolgeremo nella task force anche l’Ufficio Lavori pubblici per il ripristino dei punti luce e dei pezzi di staccionata mancanti o divelti. L’obiettivo è di rendere pienamente fruibile in sicurezza l’asse entro i primi mesi del 2021”.

Foto di repertorio

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