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Del Trecco interviene sulla strada-pendolo

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PESCARA – L’assessore ai Lavori pubblici Isabella Del Trecco replicando  alle affermazioni del consigliere Pd Del Vecchio ha dichiarato che la  strada-pendolo a Pescara si farà e a completare i lavori sarà la stessa coalizione di governo che, oltre dieci anni fa, ha concepito e individuato i fondi per la sua realizzazione, ossia il centro-destra. L’assessore ritiene che  la lettura parziale, errata e volutamente disinformata, anche da parte del Pd, dei documenti punta a deformare la realtà dei fatti a discapito di quella maggioranza di governo che sta riparando gli errori commessi dallo stesso centro-sinistra, errori che richiedono necessariamente tempo e grande attenzione nella redazione delle carte progettuali.

Ha spiegato Del Trecco:

al centro-destra non è mai piaciuto vincere facile, ma certo è che dinanzi alle macroscopiche sciocchezze del Pd la vittoria è servita su un piatto d’argento. Cominciamo con la paternità di un’opera che non è frutto di voli pindarici, ma è chiaramente rintracciabile dalle carte e dai documenti. La strada-pendolo è stata concepita, progettata e strutturata dalla giunta Pace e, nello specifico, dall’ex assessore all’Urbanistica Lucio Candeloro, il primo ad avere la mirabile intuizione della realizzazione di quell’arteria di scorrimento che avrebbe agevolato e snellito il collegamento tra la parte nord e sud della città, rendendo permeabile la zona ovest del territorio, divenendo zona di passaggio, di attraversamento, con il duplice risultato da un lato di decongestionare la viabilità del centro cittadino e, dall’altro, di portare gli utenti nella periferia ovest, avviando il processo di decentramento delle funzioni territoriali. Un processo che poi il centro-sinistra ha drammaticamente rallentato, non avendo la più pallida idea di cosa fosse la strada-pendolo, e pur disponendo dei fondi Urban che il centro-destra aveva conquistato e lasciato in cassa come tesoretto. E i lavori sono stati tanto lenti che infatti l’inaugurazione del primo tratto della strada è stata fatta proprio dal nostro governo di centro-destra. Subito ci siamo messi a lavoro per portare avanti le opere e lì sono cominciate le brutte sorprese: innanzitutto mancava il raccordo tra le rampe della strada-pendolo che, all’altezza della rotatoria di via Aterno, erano state spostate per evitare alcuni espropri. Ma quello spostamento aveva vanificato lo scopo stesso della strada-pendolo, determinando il restringimento dell’asse viario e una deviazione che toglieva ogni funzionalità alla strada. A quel punto abbiamo dovuto riprendere le carte e rifare la progettazione da zero, realizzando anche quegli espropri che chi ci ha preceduto aveva inspiegabilmente fermato, con un inevitabile rallentamento dei tempi. Poi mancano gli ultimi 180 metri verso sud che fanno però parte di un comparto privato e che, con una difficile trattativa, stiamo anche cercando di portare avanti, persuadendo il privato a procedere come negli accordi stipulati con il Comune. Sia chiaro che, se il privato non intendesse procedere, dovrà subentrare il Comune, ma anche in questo caso avviando l’esproprio di quei 180 metri che inevitabilmente faranno lievitare i costi a carico del pubblico oltre che dilatare i tempi. Se oggi Pescara non può ancora veder completata la strada-pendolo non è dunque responsabilità del centro-destra, ma di quel centro-sinistra confusionario che per sei anni non ha avuto alcuna capacità di programmazione di opere pubbliche indispensabili per il bene della città.

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