PESCARA – Sul problema delle emissioni olfattive provenienti dal sansificio e che costituiscono una causa di molestia olfattiva per i cittadini di Pescara è intervenuto il vicesindaco, Enzo Del Vecchio dicendo che l’Amministrazione comunale è a conoscenza del problema e oltre ai controlli è anche intervenuta alla fine del mese di aprile con un’ordinanza di chiusura delle attività dell’opificio. La misura assunta dal sindaco è stata però alleggerita dal ricorso presentato al Tar dai proprietari del sansificio.
I giudici infatti hanno in parte accolto tale ricorso rimandando però agli enti competenti la verifica delle attività in corso.
Si legge ancora nella nota del Comune:
“La Regione, titolare delle autorizzazioni, ha convocato più riunioni a riguardo con la presenza dell’Arta, Asl, Provincia e Comune, volte a verificare la possibilità di utilizzare un nuovo tipo di filtro per consentire la ripresa delle attività, assegnando come tempo massimo per adeguarsi la prima decade del mese di giugno. Come misure cautelative si è dunque limitata l’accensione dei sistemi di produzione alla fascia notturna, così come si è ridotta la produzione ad un livello del 70 per cento, quindi non al massimo della potenza dell’impianto, affinché i parametri rientrassero nella norma e si potesse attenuare anche il fastidio olfattivo.
Le attività del sansificio sono dunque costantemente monitorate e si è in attesa del prossimo incontro fra enti che si terrà la settimana prossima, incontro in cui l’Amministrazione comunale farà valere tutte le proprie buone ragioni, circa la criticità che l’operatività del sansificio ancora produce in termini di odori nauesabondi che disturbano la vita dei cittadini di Pescara.
Questo sarà anche il nostro punto fermo che faremo valere con i soggetti preposti, affinché alla ripresa della stagione produttiva (che terminerà le attività il prossimo 15 giugno), quando le attività dello stabilimento dovranno tornare ad essere autorizzate dalla Regione con una nuova Autorizzazione Unica Ambientale, si tenga conto della necessità di limitare al massimo tali disagi.
E’ necessario agire così, per salvaguardare tutti i soggetti coinvolti, non escludendo la possibilità di riadottare una nuova ordinanza di chiusura delle attività, se sarà necessario”.
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