TERAMO – La visita di oggi all’Università di Teramo è una delle tappe del viaggio studi che una delegazione di rappresentanti del governo e del mondo imprenditoriale della Giordania, coordinata dalla FAO, sta svolgendo in Italia, con il preciso obiettivo di rafforzare i legami tra le produzioni agricole locali e le pratiche agrituristiche.
Il progetto – che si avvale della partecipazione dei rappresentanti dei Ministeri dell’Agricoltura e del Turismo giordano, delle associazioni di categoria nel settore del turismo, della ristorazione e dei produttori agricoli, della Società per la conservazione della natura e delle aziende agrituristiche – intende sostenere lo scambio di know-how e delle migliori pratiche tra i Paesi del Mediterraneo meridionale e orientale. Tre le filiere identificate come centrali: quelle dell’olio d’oliva, dei latticini e del melograno, soprattutto per il loro potenziale sviluppo nel settore dell’ospitalità gastronomica.
L’Università di Teramo è stata selezionata in quanto contact point europeo di un network internazionale di ricerca (IRENA) proprio sui temi dell’agriturismo.
Ad accogliere la delegazione, accompagnata da Giuseppe Orefice – fondatore di Agrigiochiamo, partner italiano del progetto – e da Margherita Rizzuto – founder e project manager della società AgriCulturaLab – sono stati Paola Pittia, delegata del Rettore all’internazionalizzazione, Rita Salvatore, docente del Corso di laurea in Turismo sostenibile, ed Emilio Chiodo, docente del Corso di laurea magistrale in Food Science and Technology. Sono stati esposti i contenuti degli attuali percorsi di ricerca all’interno del network e presentati i nuovi Corsi di studi centrati sulla sostenibilità e i progetti che l’Ateneo teramano sta portando avanti sull’internazionalizzazione.