Home » Attualità » Politica » Di Primio su Legge di Stabilità

Di Primio su Legge di Stabilità

da Redazione

Il Sindaco di Chieti: “Ingiustificata eventuale riduzione del turn overUmberto Di Primio Sindaco di Chietinei Comuni”. Fra il 2011 e il 2013 i Comuni hanno ridotto il numero di dipendenti di 20.000 unità e il numero di dirigenti di oltre l’11%

CHIETI – «Dalle indiscrezioni della stampa si apprende che nelle bozze in circolazione della legge di stabilità sarebbe prevista, per i prossimi tre anni, una drastica riduzione del turn over di personale nel comparto pubblico. Tale previsione, che può risultare giustificata dalla prospettiva dello snellimento degli apparati burocratici centrali, sarebbe invece ingiustificata e particolarmente critica per i Comuni». Lo ha dichiarato il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio in qualità di Vicepresidente Nazionale Anci – Associazione Nazionale comuni Italiani.
«La previsione della riduzione del turn over al 25% delle cessazioni metterebbe in grave difficoltà i Comuni, impedendo di dare seguito ad una programmazione dei fabbisogni strettamente connessa all’erogazione dei servizi alla cittadinanza e ciò in una fase particolarmente complessa, stante anche il processo di ricollocazione del personale delle Province e delle Città metropolitane, che ha già determinato un sostanziale blocco delle assunzioni nel 2015.
Questo drastico restringimento della capacità assunzionale – ha proseguito il Sindaco – sarebbe anche in controtendenza rispetto alle scelte strategiche fatte solo un anno fa con il decreto legge che ha anticipato alcune misure urgenti per la riforma della PA, prevedendo dal 2016 l’ampliamento del turn over nei Comuni all’80% delle cessazioni, per arrivare al 100% dal 2018.
Tengo a ricordare, peraltro, come soltanto pochi mesi fa la Corte dei Conti nella sua relazione al Parlamento sulla spesa per il personale degli Enti territoriali abbia riconosciuto l’importante contributo agli andamenti complessivi di finanza pubblica che i Comuni hanno reso negli ultimi anni attraverso il contenimento delle dinamiche occupazionali retributive.
La Corte dei Conti ha infatti certificato come nel triennio 2011/2013 il comparto dei Comuni abbia complessivamente ridotto il numero di dipendenti di 20.000 unità e il numero di dirigenti di oltre l’11%, determinando una flessione della spesa di personale pari al 5,5».

Ti potrebbe interessare