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Dissesto idrogeologico: Trentino Alto Adige

da Donatella Di Biase

Il Presidente dell’Ordine dei Geologi del Trentino Alto Adige, Stefano Paternoster, alla vigilia dell’importante Forum Nazionale sul Dissesto Idrogeologico in Italia, voluto ed organizzato dagli Ordini Regionali dei Geologi e dal Consiglio Nazionale, in programma il 16 Giugno al Centro Congressi “Frentani” di Roma,ha richiamato l’attenzione sulla situazione del Trentino Alto Adige  dove il  29% circa dell’intera superficie provinciale rientra in aree ad elevata pericolosità geologica per frana, alluvione o valanga. Bisogna puntare di più sulla  prevenzione anche attraverso la diffusione di una cultura della convivenza con situazioni di elevata pericolosità che non comportano rischio rilevante.Ha detto Paternoster:

la  Provincia Autonoma di Trento si sviluppa su una superficie di circa 6200 km2 in un territorio geologicamente complesso, in prevalenza montano, suddiviso in 223 comuni. Il 29% circa dell’intera superficie provinciale (1580 km2) rientra in aree ad elevata pericolosità geologica per frana, alluvione o valanga. Ogni comune ha almeno un area ad elevata pericolosità geologica, con punte che in alcuni comuni toccano il 60% del territorio.

Risale al 1987 l’adozione del primo Piano Urbanistico Provinciale contenente la Carta di Sintesi della Pericolosità Geologica, realizzata in stretta collaborazione tra Servizio Geologico Provinciale, Ordine Regionale dei Geologi e mondo professionale  uno strumento di pianificazione idrogeologica del territorio reso dinamico nel tempo, soggetto quindi ad aggiornamenti periodici e costanti, redatto ed aggiornato secondo criteri rigorosamente tecnico scientifici. Ciò ha determinato il passaggio da una cultura dell’emergenza ad una cultura della prevenzione del rischio, consentendo, in anni di lavoro ed applicazione, l’individuazione di criteri di priorità nella programmazione degli interventi di messa in sicurezza idrogeologica del territorio, interventi coordinati da parte dei Servizi Prevenzione Rischi e Bacini Montani della Protezione Civile provinciale, progettati e realizzati in sinergia con il mondo professionale e delle imprese specializzate. Negli ultimi 20 anni una percentuale significativa del bilancio provinciale è stata destinata ad interventi di prevenzione idrogeologica.Dunque l’attuale sfida riguarda l’affinamento della prevenzione anche attraverso la diffusione di una cultura della convivenza con alcune situazioni di elevata pericolosità che non comportano rischio rilevante. Ciò richiede investimenti nella realizzazione di indagini e studi approfonditi sui cinematismi e le possibili evoluzioni dei processi geologici individuati, che definiscano condizioni di rischio economicamente accettabili con adeguati margini di garanzia.

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