Fiorilli di ‘ Pescara – Mi piace’ rende noto il provvedimento emesso dal sindaco per la presenza salmonella
PESCARA – Il capoluogo adriatico si prepara ad una estate all’insegna dell’emergenza balneazione e alimentare.Infatti come nel novembre scorso vongole e molluschi sono di nuovo vietati nel mare di Pescara, sotto i 500 metri dalla riva, per la presenza di Salmonella. Lo rivela un’ordinanza firmata dal sindaco Alessandrini lo scorso primo aprile. L’avvocato Berardino Fiorilli, promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ in un comunicato pone alcune domande che meriterebbero risposte chiarificatrici capaci di fugare ogni dubbio : Cosa sta continuando ad accadere alla costa pescarese? Cosa sta determinando l’emergenza alimentare registrata, per la prima volta nel novembre scorso? Da cosa deriva la presenza, evidentemente imponente, di salmonella, tale da vietare il consumo dei molluschi?
“A Pescara l’emergenza continua a sommarsi ad altra emergenza – ha sottolineato l’avvocato Fiorilli -. Non bastava il dramma del mare non balneabile, con i dati disastrosi ufficializzati dalla Regione Abruzzo che ci faranno cominciare la stagione con un divieto di bagni e tuffi su tre quarti del nostro litorale, una ‘lettera scarlatta’ che ci rimarrà impressa come un marchio per molti anni. Non bastava l’emergenza degli scarichi abusivi scoperti dalla nostra Associazione, che stanno continuando ad avvelenare fiume e mare. Ora si ripropone anche l’emergenza alimentare verificatasi per la prima volta in assoluto il 12 novembre scorso, quando il sindaco Alessandrini ha ordinato ‘la sospensione della raccolta dei molluschi bivalvi vivi e Vongole nel tratto di mare antistante il Comune di Pescara, Zona A’, sotto i 500 metri dalla costa. Questo perché il Servizio di Igiene degli alimenti e della Produzione animale dell’Ausl di Pescara, attraverso le proprie analisi, aveva riscontrato livelli fuori norma di Salmonella ed Enterocoli, ben superiori ai limiti di legge. Rientrato quel primo allarme dopo diversi giorni, oggi, in piena stagione primaverile, siamo punto e a capo: lo scorso 22 marzo il Servizio Ausl ha ripetuto le analisi e di nuovo ha riscontrato un ‘risultato non conforme per la presenza di salmonella’, imponendo la richiesta di emissione di una nuova ordinanza da parte del sindaco per la sospensione temporanea della raccolta di tutti i molluschi bivalvi, attivando con il Servizio Veterinario anche le procedure di ritiro del prodotto già immesso eventualmente sul mercato. Il provvedimento è stato firmato il primo aprile dal sindaco Alessandrini, ma stranamente non è mai stato ufficializzato dall’amministrazione, come se la cosa non interessasse i pescaresi, consumatori e imprenditori del settore. E la nuova emergenza risolleva i nostri quesiti: dal 2009 al 2014 mai abbiamo avuto la necessità di effettuare una simile ordinanza di divieto di raccolta delle vongole e dei molluschi, perché mai la Ausl né lo Zooprofilattico ci hanno segnalato la presenza di Salmonella. Scontata quindi la domanda: cosa sta continuando ad accadere nel mare oggi? Perché oggi viene segnalata la presenza di salmonella e soprattutto qual è la causa? Ci sono in atto ulteriori sversamenti che il sindaco Alessandrini non ha ritenuto necessario ufficializzare alla città? Ma soprattutto: perché il sindaco Alessandrini non ha dato adeguato risalto al provvedimento, magari specificando anche meglio qual è l’area di mare in cui è vietata la raccolta delle vongole, non per allarmare, ma per informare la popolazione, com’è imposto dalla legge a ogni sindaco? In tutta franchezza continua a sconcertare la gestione amministrativa della giunta Alessandrini – ha commentato Fiorilli -, all’insegna di provvedimenti omessi, taciuti o silenziati, oscurando quel palazzo di vetro-casa della trasparenza che era il Comune di Pescara fino al 2014. Ma soprattutto a un anno dalla prima emergenza, datata 6 aprile 2015, giorno della rottura della condotta di via Raiale da cui è originato il disastro che ancora oggi continuiamo a vivere, è chiaro che la giunta Alessandrini non è capace di gestire la situazione, e ha il dovere e l’obbligo di dimettersi”.
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