PESCARA – Nel corso di un sopralluogo presso la sede del Dopolavoro Ferroviario di Pescara , in corso Vittorio Emanuele, svoltosi ieri mattina,è stato deciso che nei prossimi giorni l’amministrazione comunale invierà una richiesta formale all’associazione del Dopolavoro Ferroviario per ufficializzare la consegna delle bici destinate al servizio di bike sharing dallo stesso Dopolavoro alla società Pescara Parcheggi. Il presidente dell’Associazione ha spiegato che complessivamente si potrà disporre di circa una quarantina di mezzi, rispetto alle 50 bici originarie. Sembra infatti che circa 9 biciclette, utilizzate da terzi su disposizione della passata amministrazione comunale in occasione dei Giochi del Mediterraneo, non siano mai state riconsegnate. Dei mezzi disponibili si dovrà poi valutare lo stato di manutenzione e verificare quanti effettivamente potranno essere reimpiegati nel servizio.
L’assessore alla Mobilità Berardino Fiorilli,ieri, al termine del sopralluogo presso la struttura, ha sottolineato:
appena la scorsa settimana siamo venuti a conoscenza dell’esistenza di un lotto di bici, circa 50, che sarebbero state donate da sponsor privati al passato governo cittadino tre o quattro anni fa, bici che lo stesso vecchio governo aveva affidato in gestione, per una forma embrionale di bike sharing, all’Associazione del Dopolavoro ferroviario, servizio che, a detta degli stessi responsabili dell’Associazione, sarebbe andato avanti per tre anni, esclusivamente nei tre mesi d’estate, con la sospensione da settembre a giugno.
E il servizio, come hanno riferito sempre i responsabili del Dopolavoro, sarebbe proseguito sino a settembre del 2009, anche se in realtà la nostra amministrazione comunale di centro-destra, già dalla scorsa estate alla guida della città, non ha ricevuto alcuna comunicazione circa l’esistenza o la prosecuzione del servizio stesso. In sostanza, dal luglio 2009, data di insediamento della nuova giunta comunale, non abbiamo mai ricevuto alcuna nota in merito, fatta salva una breve lettera datata 15 giugno 2010, quindi appena due mesi fa, rintracciata spulciando tra le carte negli uffici tecnici comunali, con la quale il Presidente del Dopolavoro ci ha chiesto il rinnovo della vecchia convenzione, una nota che solo stamane ho effettivamente ricevuto evidentemente per un difetto di comunicazione tra uffici.
Resta la considerazione, però, che dal luglio 2009 al giugno 2010 comunque il Comune è rimasto all’oscuro dell’esistenza del servizio, né tantomeno l’associazione ci ha comunicato lo scorso settembre la sospensione, sempre in virtù della precedente convenzione, del servizio di prestito delle bici, un’attività che al contrario il nuovo governo cittadino avrebbe incentivato anche e soprattutto nei mesi invernali, quando dinanzi al naturale incremento del traffico automobilistico, il ricorso alla bici per muoversi in città diventa realmente strategico.
Stamane abbiamo effettuato il sopralluogo congiunto presso la sede del Dopolavoro ferroviario per verificare la situazione delle bici che, in sostanza, sono custodite in due diversi magazzini, il primo in corso Vittorio Emanuele, il secondo all’interno della stazione centrale. Come hanno riferito i responsabili dell’Associazione, all’origine le bici disponibili donate all’amministrazione erano 50; il vecchio governo cittadino di centro-sinistra, con l’ex assessore Blasioli, avrebbe poi ordinato all’Associazione di riservare circa 15 bici a una delle società che ha partecipato all’organizzazione dei Giochi del Mediterraneo, che a fine manifestazione, avrebbe però riconsegnato nove bici in meno, dunque nove bici sono andate perse.
Entro pochissimi giorni i nostri uffici tecnici invieranno una nota formale all’Associazione del Dopolavoro chiedendo la consegna ufficiale dei mezzi alla società Pescara Parcheggi che, come previsto nello statuto, organizzerà un servizio di bike sharing funzionale sull’intero territorio cittadino. Ovviamente dovremo anche valutare le condizioni in cui effettivamente versano i mezzi affidati sino a oggi al Dopolavoro, per verificare quelli effettivamente riutilizzabili, e quelli ormai inservibili.