Saranno presentati libri di Francesco Muzzioli e Michele Fianco
PESCARA – Martedì 12 giugno 2012, alle ore 17.30, presso la Sala Figlia di Iorio della Provincia, in Piazza Italia, a Pescara, si terrà un doppio incontro culturale organizzato dalla Biblioteca Provinciale “G. D’Annunzio” e dalle Edizioni Tracce.
A partire dalla ore 17.30 si terrà la presentazione dei libri “Verbigerazioni catamoderne” di Francesco Muzzioli e “Michele Fianco, ma non puoi fare come tutti gli altri?” di Michele Fianco.
Interverrà Enzo Fimiani (Direttore Biblioteca Provinciale di Pescara).
Presenteranno: Ubaldo Giacomucci (Poeta e Critico letterario) e Anna Maria Giancarli (Poeta e Critico Letterario).
Coordinerà Nicoletta Di Gregorio (Presidente Edizioni Tracce).
Dal Sussidiarietto di lettura – Parole e frasi notabili di Verbigerazioni catamoderne scelte e commentate da Marcello Carlino:
verbigerazioni
Termine scientifico non discaro agli psichiatri, s’adopera per segnalare (i benpensanti per solito stigmatizzando) discorsi sconnessi, falotici, privi di senso, non di rado ossessivi (e percussivi). Chi accosta pericolosamente psicopatologia a creatività, presceglie ad esempio Hölderlin supponendo che, ricoverato nella torre sul Neckar di Tubinga, egli verbigerasse. Verbigerare però, verbigrazia, prima ancora di migrare oltralpe (dove soprattutto si trova medicalmente testato e normato), è stato latinissimo lemma, “attante” per etimo. E che l’Apuleio dell’Apologia risulti tra i pochi a usarne, tagliato per conversari senza ordine, irregolarmente espressivi e in nessun caso eterodiretti – l’Apuleio scrittore di una tradizione anticlassica, “straniera” nell’età imperiale – vuol dire pur qualcosa; è indicativo, per sovrappiù, che egli lo faccia in un testo di autodifesa, di controversia, di pronuncia dibattimentale. D’altronde la verbigerazione, anche presso i soggetti attori di follia, perfino i catatonici, accade che si porti un tono più su, come in una requisitoria o in una concione polemica o in una pièce a destinazione pubblica di un teatro politico; di fatto in origine, giù nelle radici, vi è incistato gero, il quale è riferito apertamente alla prassi, significando imbastire, condurre, guidare. Che è lo stesso di accompagnare a proprio modo, riconvertire industriosamente, caricare di tendenziosità. Qui riempire tendenziosamente quel che appare (o quel che si spaccia per ironia, per humour) come un vuoto verbigerare. […]
Dalla prefazione di Francesca Fiorletta al volume” Michele Fianco, ma non puoi fare come tutti gli altri?” :
Fermi tutti: questo libro è una continua, inesausta opera di negazione.
Già dal titolo, scanzonato e vagamente irridente, l’autore presenta il suo lavoro come un giocoso atto di sfida agli stilemi canonizzati della letteratura contemporanea, e, con gusto, preannuncia al lettore la veste magmatica e l’andamento composito col quale egli stesso si troverà a fare i conti, aguzzando uno sguardo misto di stupore disincantato e di sorniona, complice piacevolezza.
Quattordici poesie, sagaci e un po’ malinconiche, e tredici tavole a fumetti, fulminanti e ragionative al tempo stesso, concorrono alla realizzazione di questa sorta di quadro espressionista plurifocale, che si arricchisce di significati, intimi e socializzati, e si consolida formalmente nell’equilibro prospettico, grazie alla presenza di variegati e sapienti punti di fuga, disseminati lungo tutta l’opera con attenzione e ironia.
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