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Dragaggio: comunque vada è stato un disastro

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PESCARA – Lo sostiene il Consigliere Comunale PD ,Enzo Del Vecchio in un comunicato in cui riprende il problema   del dragaggio  del porto canale di Pescara su cui tanto si è detto,tanto si è scritto ma che non sembra ancora avviarsi a soluzione.Si legge nella nota del consigliere :

Qualsiasi cosa accadrà da oggi in poi potrà solo servire per contabilizzare le ulteriori perdite economiche a carico degli operatori del Porto di Pescara e della stessa immagine di Pescara oltre che certificare come almeno un laboratorio, di quelli che sono stati interessati a svolgere le analisi dei fanghi, ha clamorosamente fallito.
Questa è la cruda e brutale realtà che si è determinata per effetto del mancato dragaggio delle strutture portuali cittadine e che, con nessuna conferenza stampa e con nessuna scusa, da parte delle amministrazioni pubbliche interessate si potranno evitare le responsabilità per i danni arrecati.
Azioni tardive, quanto completamente assenti, da parte delle stazioni appaltanti interessate da una legittima azione della magistratura penale di Pescara prima e di L’Aquila poi, hanno acuito ed alimentato una situazione di completa incertezza e di sospensione dell’attività amministrativa.
Nessuno può dimenticare men che meno il Sindaco Mascia, che quello che accade oggi per il Porto di Pescara non è altro che la riproposizione di quanto già visto nella primavere del 2011 quando i lavori di ripascimento del litorale sud di Pescara furono bloccati, sembrerebbe per l’intervento della magistratura pescarese ed il Comune si è trovato a dover sostenere le richieste risarcitorie dell’impresa vincitrice dell’appalto oltre ad un esorbitante esborso di oltre 100.000 euro per rimuovere poco più di 2.500 metri cubi di sabbia dalla spiaggia.
Ma di quella vicenda nulla più si sa se non che il giudizio della magistratura e del nucleo operativo dei Carabinieri si è fondato sulle analisi svolte da un laboratorio del nord Italia che sembrerebbe lo stesso interessato per il Porto di Pescara.
In sostanza da quando la magistratura pescarese si è interessata del ripascimento di cui non sembra sia mai stato emesso un provvedimento cautelativo, nessuna iniziativa è stata promossa dal Comune di Pescara finalizzata ad apprendere le ragioni che avevano determinato questa situazione e per restituire serenità all’utenza della spiaggia ed agli operatori della balneazione.
Invece, nulla.
Il Sindaco Mascia trincerandosi dietro quella paura che impalpabilmente aleggia ogni volta che si evoca la magistratura ha continuato ossessivamente a ripetere come un mantra: siamo rispettosi del lavoro della magistratura ed aspettiamo fiduciosi la conclusione delle indagini.
Allora il Commissario Testa è stato irrispettoso del lavoro della magistratura se come giustamente ha fatto, ha chiesto ad un Organo dello Stato di poter contribuire, fornendo tutto quanto ritenuto necessario a fare chiarezza su una problematica che investe una pluralità di interessi sociali- istituzionali-economici meritevoli di essere tutelati nella sua funzione istituzionale?
Aborrisco all’idea molto prevalente, che la magistratura sia un orco o un carnefice che divora ciò che attenziona e che quindi, è meglio starne alla larga.
Risulta invece, corretto il contrario e cioè che a quell’organo giurisdizionale, fatto di uomini in carne ed ossa e che si avvalgono dell’opera di tanti collaboratori tecnici, siano offerti il contributo e la massima disponibilità per l’accertamento della verità, come ci si augura presto accadrà per dirimere l’intricata vicenda del Porto di Pescara.
E se dovesse accadere che risulti corretto l’operato della struttura commissariale guidata dal Commissario Testa, credo che i primi a rallegrarsene saranno proprio i giudici (soggetti umani) aquilani.
Una vicenda peraltro, che non sarebbe mai iniziata se il Comune di Pescara avesse operato in maniera avveduta nel corso dei lavori del ripascimento del litorale sud di Pescara e se avesse chiesto alla magistratura, come sarebbe stato opportuno ed istituzionalmente corretto, di accertare con immediatezza, quale laboratorio aveva utilizzato la metodica di analisi giusta sui campioni di sabbia prelevati.
Si sarebbe così accertato che uno di questi aveva operato o utilizzato una procedura inesatta e, volendo usare una frase latina che è entrata a pieno diritto nel patrimonio della lingua italiana, acclarato che: tertium non datur.
Ed allora comunque vada a finire questa incredibile storia resterà solo un grande disastro economico e sociale che inevitabilmente dovrà chiamerà alle loro responsabilità quanti avevano il dovere di attivare e mettere in campo non le stamperie per incredibili comunicati volti alla esaltazione del capo, ma atti amministrativi ed iniziative anche in contraddittorio con la magistratura per pervenire ad una soluzione.
Paradossalmente in questi giorni accadrà che sapremo cosa è accaduto alle analisi del Porto di Pescara ma non sapremo ancora cosa è accaduto a quelle del ripascimento del litorale sud.
E mentre il Delfino Pescara corre imperioso verso la serie A i suoi tifosi non possono non ricordare con un emblematico striscione, al Sindaco presente in tribuna ed alla Città intera, che il Porto si inabissa verso la serie ….

Pubblicato da
Mariacristina Salini

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