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Il Drappellone del Palio di Siena porta la firma di Roberto Di Jullo

da Marina Denegri

Roberto Di Jullo é professore di disegno, artista, pittore e incisore molisano ma abruzzese di adozione, con studio a Pescocostanzo

drapellone palio siena

PESCOCOSTANZO – Il Palio di Siena del 2 luglio dedicato alla Madonna di Provenzano, parla anche abruzzese. Il “Drappellone” infatti porta la firma di Roberto Di Jullo, artista abruzzese d’adozione, con un suo studio a Pescocostanzo.

Il professore di disegno, artista, pittore e incisore nato a Forlì del Sannio in provincia di Isernia, è stato quattro mesi a Siena in cerca della giusta ispirazione per il Palio, presentato nei giorni scorsi nel Cortile del Podestà di Palazzo Pubblico. Roberto Di Jullo non è nuovo ad esperienze in città, dove in passato ha già presentato una personale ai Magazzini del Sale e ha partecipato più volte a “Cavalli d’Autore”, mostra collettiva che riunisce interpreti della figura del cavallo.

E proprio i cavalli dinamici di Roberto Di Jullo sono protagonisti del “cencio” presentato dallo storico Duccio Balestracci. Un’opera ricca di segni, che custodisce anche una dedica speciale dall’artista al figlio, scomparso prematuramente. Oltre ad una traccia importante che testimonia il rapporto dell’artista con l’Abruzzo: sul Palio infatti trova posto anche lo stemma di Pescocostanzo, oltre a quelli di Siena, della sua regione nativa ed infine della Regione Toscana.

Un contributo alla vostra straordinaria storia millenaria – il commento di Roberto Di Jullo durante la presentazione -. Ho speso ogni singola pennellata con la passione e il rispetto e la devozione per un impegno professionale di una così grande importanza. Davanti a Siena per consegnare il frutto del mio lavoro, che una rosa blu sia con ognuno di voi. Dedico questo palio a mio figlio Federico. Con l’invito ad una buona ‘battaglia’ a tutti”-

Ad accompagnare Di Jullo alla presentazione a Siena un ospite d’eccezione, l’abruzzese Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca: “Un onore averlo con me” ha detto lo stesso artista.

“L’opera è un elegante quanto delicato dipinto didascalico, capace di generare una narrazione completa e puntuale del Palio nel pieno rispetto della tradizione, in cui non mancano cenni storici della città, ma anche della vita dell’uomo che l’ha dipinto, Di Jullo. Un racconto, una “fotografia” del passato e del presente – si legge nelle note del Comune di Siena -. In alto, a protezione, il volto di una Madonna bambina con velo avvolto da un’aura di luce oro e una dedica: A te advocata nostra. Accanto una rosa blu i cui petali raccolgono due iniziali, quelle dei nomi della moglie Paola e del figlio Robert. Primo capitolo di questo racconto su tela di seta. Sotto, quasi in dialogo con la Vergine, in una tensione aspirazionale, un cavaliere che con forza propende il braccio al cielo. Indossa un’armatura segnata dalla lettera F. Un’altra dedica del maestro all’altro figlio Federico, prematuramente scomparso, ed ora protagonista nella storica battaglia di Montaperti che, nel 1260, vide le truppe ghibelline di Siena sconfiggere quelle dei guelfi di Firenze. Al centro del drappo, il secondo capitolo di grande impatto visivo. Un gruppo di 10 cavalli, elemento stilistico di Di Jullo. Trasmettono forza e impeto. Caratteristiche richieste su un campo di battaglia, che sia Montaperti o l’anello di Piazza del Campo. Ma anche fluidità”.

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