CHIETI – Ieri mattina, presso la sala rossa della Camera di Commercio, al foro boario di Chieti Scalo, in occasione del convegno “Economia: Abruzzo regione in sofferenza, Chieti provincia in crisi”, la Cna di Chieti ha presentato un’analisi sulla situazione della provincia di Chieti dal punto di vista economico.
Secondo lo studio realizzato da Aldo Ronci, sarebbero riconducibili ad almeno quattro gli indicatori sullo stato di sofferenza della provincia ovvero:
– flessione del numero di imprese
– calo dell’occupazione
– caduta del credito
– stagnazione della popolazione
Nel biennio 2009-2010 l’occupazione è scesa di quasi il 50% dell’intero dato regionale, con 11.311 unità in meno, in particolare nel settore dell’industria e dei servizi. I dati che Cna ha rielaborato basandosi sulle fonti ufficiali quali Istat, Bankitalia e Infocamere sottolineano che il tasso di occupazione resta più basso della media nazionale (il 53.4% contro il 56.9%) con un tasso di disoccupazione che supera il 10% (ben 5.996 i senza lavoro, 3.253 nel 2009 e 2.743 nel 2010).
La crescita delle unità di imprese artigiane si sono registrate nella altre tre province abruzzesi con L’Aquila +838 unità; Teramo +649; Pescara +697, mentre nel chietino la situazione resta stagnante. Anche la crescita del credito resta quasi nulla non facendo registrare miglioramenti sostanziali nei primi nove mesi del 2010 con appena 134 milioni di contro a L’Aquila con 364, Teramo 576 e Pescara 601 milioni. Di conseguenza anche le “sofferenze” sono gravissime con un incremento del 68.92%.
La crisi economica si rispecchia anche sulla crescita demografica che è stata di appena 271 unità nel decennio 2001-2010, rispetto a Pescara +1992, Teramo +556 e L’Aquila +649.
La Cna di Chieti attraverso il direttore della confederazione artigiana di Chieti, Letizia Scastiglia, ha illustrato le 5 strategie utili per il rilancio economico:
1) Rilanciare gli strumenti che avevano posto la provincia di Chieti all’avanguardia della programmazione territoriale.
2) Puntare su un modello di sviluppo eco-compatibile che favorisca la promozione del turismo.
3) Investire nelle fonti energetiche rinnovabili.
4) Istituire un fondo di garanzia per aiutare le imprese, soprattutto le più piccole, in debito d’ossigeno.
5) Intensificare il confronto istituzionale con le imprese.
Quindi in riferimento all’attività della Consulta provinciale per il lavoro e l’economia ha dichiarato:
Istituiamo i gruppi di lavoro, intensifichiamo i momenti di confronto e ampliamo la partecipazione ai sindaci dei comuni di quelle aree della provincia particolarmente colpite dalla crisi.
Aggiungendo come è necessario avere un maggiore coordinamento dei tre Patti territoriali al fine di creare momenti di condivisione sulle buone prassi, sulle strategie, sugli strumenti e le azioni da mettere in campo. Quindi prosegue puntando il dito sull’importanza di portare avanti un modello di sviluppo eco-compatibile:
La Cna crede in un modello di sviluppo eco-compatibile e sostiene tutte quelle iniziative che tendono a valorizzare il nostro patrimonio paesaggistico e a promuoverlo. Una scelta che fa il paio con il nostro giudizio positivo, in materia energetica, sulla sottoscrizione da parte di 104 Comuni della provincia, del Patto dei Sindaci. Saremo al fianco di queste virtuose amministrazione per sensibilizzare e finanziare quelle imprese che vorranno investire in energie da fonti rinnovabili. Non è più condivisibile una politica schizofrenica che da un lato promuove la “Costa dei trabocchi”, ma dall’altro lascia spazi a progetti che mettono a rischio il nostro patrimonio naturale.
Nel suo intervento il presidente del Cna provinciale, Savino Saraceni, sottolineando come sia importante il valore sociale di fare impresa e come nessuno debba essere lasciato senza aiuto in quanto la chiusura di una sola azienda è un dramma per imprenditori e dipendenti. Quindi sulle piccole imprese afferma:
Con Confartigianato, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti è il momento di lanciare anche nella nostra provincia la fase costituente di Rete Imprese Italia, per poter finalmente parlare con una sola voce”.