PESCARA – “Una cosa non ci è chiara, ossia se il vicesindaco Del Vecchio pensa che tutti i pescaresi abbiano l’anello al naso e siano pronti a credere alle sue personalissime ricostruzioni dell’emergenza balneazione, o se pensa, e spera, semplicemente che tutti abbiano dimenticato quanto accaduto tra l’aprile e il luglio 2015. Nella sua lunga lettera di 4 pagine, più una memoria difensiva che una missiva, il vicesindaco dimentica un piccolo dettaglio: il vicesindaco e l’amministrazione comunale sono sempre stati costantemente aggiornati degli sversamenti nel fiume dei liquami della condotta di via Raiale, verificatisi per ben 13 volte in pochi mesi, perché l’Aca glieli ha costantemente comunicati inviando in modo puntuale le mail che, per essere lette, non richiedono la presenza in ufficio, ma basta un cellulare.
E mai, in occasione delle 13 rotture della condotta e relativi sversamenti, di cui erano sempre messi a conoscenza, il vicesindaco o il sindaco Alessandrini hanno sentito la necessità di informare la cittadinanza o emanare ordinanze di divieto di balneazione, comunque mai pubblicate sull’albo pretorio, a partire da quella clamorosa del 28 luglio, che ha causato lo sversamento di 30milioni di litri di feci e liquami nel fiume e nel mare in 17 ore, ammessa solo dopo l’allarme lanciato dall’Associazione ‘Pescara – Mi piace’. Evidentemente il vicesindaco non ha compreso che a volte il silenzio è d’oro, e in questo caso, da parte sua, il silenzio è doveroso, come sono doverose le sue dimissioni”. Lo hanno detto l’avvocato Berardino Fiorilli e Armando Foschi, dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ commentando la lettera-confessione del vicesindaco Del Vecchio.
“Excusatio non petita, accusatio manifesta – hanno osservato l’avvocato Fiorilli e Foschi –, e il vicesindaco Del Vecchio, evidentemente punto nel vivo dalla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche e whatsapp relative all’emergenza balneazione dell’estate 2015, toccato dalla vicenda del ‘cerchio magico’, non ha saputo resistere al disperato tentativo di fornire la sua personale ricostruzione e interpretazione dei fatti in giornate che però tutti ricordiamo molto bene, anche perché, dinanzi ai silenzi e alle omissioni dell’amministrazione Alessandrini, abbiamo anche dovuto fare un’attenta ricerca di atti e documenti, che ovviamente conserviamo. E dinanzi a quei documenti non ci sono scuse che tengono: il vicesindaco Del Vecchio è sempre stato personalmente e tempestivamente informato di quanto accadeva alle nostre condotte, al nostro fiume e al nostro mare. Almeno lo è stato dall’8 aprile in poi, visto che l’Aca gli ha sempre comunicato, sulla sua mail personale (vicesindaco@comune.pescara.it, e poi all’indirizzo protocollo@pec.comune.pescara.it), in tempo reale, quanto accadeva. Fa sorridere leggere oggi che il vicesindaco Del Vecchio tenta di far credere che in realtà lui e il sindaco non hanno potuto fare le ordinanze perché non hanno ricevuto per tempo la comunicazione inerente la non balneabilità del mare da parte dell’Arta, e le comunicazioni sono arrivate quando già il problema era rientrato: apprezziamo la fantasia, ma facciamo notare che già dalla notte del 28 luglio il vicesindaco era al corrente della rottura della condotta di via Raiale, che ha sversato in 17 ore 30milioni di litri di liquami, anzi nei giorni seguenti si è anche vantato di essere stato subito presente sul cantiere.
A fronte di un tale evento, il divieto di balneazione era un atto cautelativo scontato, logico, ovvio e amministrativamente dovuto, non c’era neanche bisogno di attendere i risultati delle analisi dell’Arta, ma doveva intervenire, a scopo precauzionale, subito, esattamente come prevede la legge in occasione di simili emergenze di protezione civile (altra delega che fa capo all’assessore tuttologo Del Vecchio), esattamente come ha fatto l’amministrazione di centro-destra nel 2012 a fronte del blocco delle pompe di sollevamento di Fosso Pretaro a Francavilla al Mare. Non riusciamo veramente a credere che l’assessore Del Vecchio abbia ipotizzato che, dopo quello sversamento così ingente, l’Arta potesse trovare pesciolini rossi o cioccolata nel nostro mare. Non solo – hanno aggiunto l’avvocato Fiorilli e Foschi –: prima di consegnare le prossime memorie difensive, il vicesindaco Del Vecchio farebbe bene a rileggersi le affermazioni del sindaco Alessandrini il quale ha già da mesi ampiamente confessato di non aver fatto volutamente le ordinanze di divieto di balneazione e di non aver volutamente e consapevolmente informato la cittadinanza, perché quell’allarme avrebbe danneggiato, a suo giudizio, il turismo cittadino, quindi ha preferito consentire ai pescaresi di farsi il bagno tra i liquami di via Raiale. E farebbe bene a leggere il passaggio dell’interrogatorio del sindaco che ha chiaramente detto che le decisioni di non fare le ordinanze sono state assunte dal ‘suo vicesindaco e dal dirigente senza informarlo’. In altre parole, oggi la memoria difensiva del vicesindaco Del Vecchio rischia di trasformarsi, per lui, in un altro clamoroso boomerang, in cui fantasie si aggiungono a fantasie, in cui dimentica di ricordare che dal 6 aprile al 28 luglio la condotta di via Raiale si è rotta per ben 13 volte, senza che i cittadini ne abbiano mai saputo nulla semplicemente perché la giunta Alessandrini e la sua maggioranza di governo hanno scelto di non informarli. E se non commentiamo il giudizio della magistratura, il giudizio politico è chiaro e scontato: il sindaco Alessandrini, il vicesindaco Del Vecchio e la giunta comunale si devono dimettere”.