Fiorilli interviene sulla situazione odierna della rete fognaria di via Raiale
PESCARA – L’avvocato Berardino Fiorilli, Presidente dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’,sottolineando che l’emergenza balneazione iniziata a Pescara lo scorso aprile e culminata il 28 luglio scorso nello sversamento di 30 milioni di litri di feci e liquami nel mare,non è ancora finita , pone degli interrogativi su cosa stia accadendo sulla rete fognaria provvisoria di 60 centimetri di diametro di via Raiale in seguito all’ondata di maltempo, che ha causato brevi, ma violenti nubifragi. Non si sa se ci siano stati ulteriori sversamenti nel fosso Cavone, e, quindi, nel fiume e nel mare, visto che, come ammesso anche dall’Aca, la vecchia condotta non può sopportare la stessa portata di liquami della condotta da 1.100 centimetri di diametro.L’Associazione ‘Pescara – Mi Piace’ chiede che venga istituita formalmente in Comune una Commissione Speciale d’indagine, la cui presidenza venga affidata a un consigliere di opposizione, che raccolga tutti i dati disponibili al fine di indagare sull’operato del sindaco Alessandrini.
“Nelle ultime ore – ha sottolineato Fiorilli – la maggioranza di centro-sinistra del Comune sta ovviamente cercando di recuperare terreno, buttando in gazzarra l’intera vicenda. Ovvero si sta maldestramente tentando di puntare i riflettori sull’operato dell’Aca, Ente peraltro per vent’anni governato dal Pd, per distogliere l’attenzione dall’operato del sindaco Alessandrini, che nelle ultime ore ha rilasciato dichiarazioni sconcertanti, ovvero anziché fare chiarezza scherza sul virus dell’ebola e il topless a New York lasciando sbigottiti i pescaresi. Su questo va fatta chiarezza: una cosa è la rottura delle condotte fognarie, sicuramente imputabili a una corresponsabilità tra Aca e Comuni per la mancata manutenzione delle reti stesse, bastava monitorare meglio e anche l’inquinamento di Fosso Pretaro sulla riviera sud a Ferragosto si sarebbe evitato. Altro è quello che è accaduto a Pescara dove il sindaco Alessandrini, consapevole degli sversamenti, consapevole dell’inquinamento della costa sulla riviera nord, dopo aver ricevuto le analisi dell’Arta, ha deliberatamente scelto e deciso, il 31 luglio, di non dire nulla alla popolazione e di consentire a centinaia di persone di fare il bagno tra 30 milioni di litri di liquami. Sostiene di aver fatto un’ordinanza di divieto di balneazione, ma non l’ha divulgata e non l’ha pubblicata sull’albo pretorio, rendendo dunque nullo il documento stesso. Ed è su questo tema che tutta l’opposizione consiliare deve ritrovarsi e portare avanti una mozione di sfiducia unanime, intercettando il senso di responsabilità di una quota della maggioranza che ben comprende la gravità di quanto accaduto a Pescara, soprattutto a fronte di un’inchiesta giudiziaria già aperta, al fine di determinare le dimissioni di un sindaco che ha inesorabilmente tradito il rapporto di fiducia con la città stessa. Ma a Pescara i problemi non sono finiti: a oggi nessuno sa cosa stia ancora accadendo sulla rete fognaria di via Raiale e se, dopo il 28 luglio, ci siano stati altri sversamenti di liquami in mare. Nelle ultime ore abbiamo registrato diverse ondate di maltempo, con scrosci di pioggia improvvisi che determinano un troppo pieno sulla rete. Dunque, se è vero quanto riferito dall’Aca, ossia che la condotta da 60 centimetri di diametro non può contenere l’apporto che prima convogliava nella condotta da 1.100 centimetri crollata ad aprile, ci chiediamo se il troppo pieno non abbia causato sversamenti nel mare. Nel caso, ancora una volta, registriamo il totale, disarmante e irresponsabile silenzio del Comune sull’intera vicenda, il silenzio di chi non vuole assumersi le responsabilità di dire la verità e che ha avuto un unico effetto: distruggere l’immagine turistica di Pescara e svuotare le nostre spiagge. Non sappiamo neanche se i nostri bambini al mare stiano continuando a fare il bagno nell’acqua salata o nell’acido peracetico. L’Associazione ‘Pescara – Mi Piace’ ritiene che i cittadini abbiano il diritto di sapere e, per tale ragione, chiediamo che si proceda lungo una via percorribile, ossia la costituzione, in Comune, di una Commissione Speciale d’Indagine, composta da consiglieri comunali con ampi poteri di acquisizione di atti e documenti, che in tempi rapidi porti avanti un’indagine capillare su quanto accaduto e su quanto ancora si sta verificando, accertando le responsabilità del sindaco Alessandrini al quale, ancora una volta, rinnoviamo la richiesta di rassegnare le dimissioni dal governo di una città che non lo vuole più”.