Concerti

Emma Morton & The Graces in concerto a Pescara

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PESCARA – Sabato 28 luglio alle ore 22 Emma Morton & The Graces in concerto allo Stadio del Mare di Pescara.La musica di Emma Morton & The Graces è una musica popolare che racconta esperienze vissute con il desiderio di lanciare un messaggio sociale. Parla del diritto alla libertà di ciascuno di noi di vivere senza violenza, oppressione e manipolazioni da parte degli “alti poteri”. Un suono di ispirazione jazz e blues caratterizzato da frequenti improvvisazioni. Una musica che è un misto tra folk, jazz e blues con influenze moderne di pop e contaminazioni scozzesi, soprattutto nella parte vocale. Emma canta volutamente in dialetto scozzese per valorizzare le sue origini e la sua terra. Il suo stile si lega alla tradizione afro americana storicamente collegata a quella della Scozia.

Le canzoni di Emma Morton & The Graces parlano della vita, esplorando con curiosità e senza giudizio gli aspetti nascosti e i tabù dell’umanità. Si parla di sesso, di sessualità, di libertà, depressione, della violenza e della rivincita, senza mascherare il fatto che questi siano temi personalmente legati alle esperienze della cantuatrice. Bitten by the Devil (Titolo dell’Album) cerca la libertà, esaminando e sovvertendo l’idea Junghiana secondo la quale “L’uomo sano non tortura gli altri; in genere è chi è stato torturato che diventa torturatore”. Le Confessioni di questo disco esternano una consapevolezza che “possiamo creare bellezza anche dal brutto”; “possiamo anche sfidare ciò che definiamo brutto o bello se abbiamo rispetto, autonomia, autenticità e libertà dal giudizio. In poche parole, l’amore”.

Emma dichiara: “In Italia si parla poco delle nostre debolezze ma anche dei nostri veri desideri, come se avessimo paura di non rappresentare adeguatamente ciò che è considerato normale. Quella che canto è l’esternazione libera di una donna che abbraccia serenamente la propria follia trasformandola in bellezza. Ammettere il disagio, senza vergogna è il primo modo per uscirne; chi ne esce può scegliere a sua volta di non diventare torturatore”.

Si racconta, in musica, quello che è accaduto a questa donna a partire dalla sua nascita e durante la sua crescita infelice, fatta di alcolismo, disagio economico, droga e delinquenza. Il morso del diavolo sta a simboleggiare questa immagine di donna segnata e consumata dalle violenze subìte, dentro e fuori.

Il punto di partenza del suono di Emma Morton & The Graces nasce dagli strumenti “classificati” analogici. All’interno del disco non è presente alcun suono digitale: è tutto frutto degli strumenti acustici e analogici (batterie, chitarre elettriche, pianoforte, pedalsteel). “La storia ci insegna che il suono analogico non stanca mai le orecchie e gli ascolti ed è eterno al punto che il vinile sta tornando alla grande! Negli ultimi decenni siamo stati un po’ rovinati dall’ascolto degli mp3”.

Nel disco, “Il morso del diavolo” di Emma Morton & The Graces c’è la partecipazione straordinaria di Raphael Gualazzi.

Emma Morton è sempre stata affascinata, sin da piccola, dall’Italia, in particolare della sua cultura del cibo e del benessere: “Ho sempre sofferto di ansia, depressione e poca autostima e questo bel Paese mi ha aiutato a superarle” e prosegue “Mi sento a casa e trovo grande serenità: la mia crescita professionale e personale sono avvenute proprio in Italia”.

Del gruppo, Emma si definisce simpaticamente la più rompiscatole; Piero (batteria) è il più moderato mentre Luca (chitarra) è il più tranquillo. Visto dall’esterno Luca sembrerebbe il più ombroso, il più scuro e invece, all’interno del gruppo è il più pacifico e diplomatico; tiene molto ai rapporti umani. É molto creativo e con il suo strumento ha un rapporto molto intenso e passionale. Piero è il businessman del gruppo, il più centrato e con i piedi per terra. Emma: “Io vivo in mezzo al mare e sono un contrasto tra la diva totale e la voglia di esplodere, urlare e di saltare sul palco. Fluttuo tra questa voglia dirompete di esplodere e l’essere bambina con il bisogno di coccole. A livello lavorativo sono molto severa. Ho una personalità difficile: mi accontento di niente e sono iperattiva; Piero si accontenta di poco e Luca si accontenta di tutto. Tre mondi diversi che si uniscono per raccontare ed esprimere la bellezza attraverso la musica”.

I concerti di Emma Morton & The Graces sono un miscuglio di energia e passione. Luca si occupa della parte armonica e con i suoni delle sue chitarre fa da collante tra le melodie aeree di Emma e i ritmi infuriati e dinamici di Piero.

Nel concerto c’è uno scambio diretto con il pubblico che viene travolto da un suono caldo che colpisce in faccia e avvolge come un’onda.

“Il blues e il jazz sono tutto per noi. Sono il punto di partenza di tutta la storia musicale; senza questi generi non esisterebbe la musica moderna. Per noi è il Vangelo. Il blues traduce la parte più sporca, più tribale, urbana e fangosa della nostra musica. Il jazz ci regala la parte più raffinata, quella degli arrangiamenti e del colore di una musica che potrebbe sembrare più sofisticata”.

Il gruppo di Emma Morton & The Graces si è formato a seguito dell’evoluzione di progetti precedenti. Emma e Luca hanno iniziato la loro collaborazione nel 2012 provando a scrivere canzoni di stampo cantautoriale. É arrivata l’esperienza di XFactor in cui Emma è stata portata in un mondo musicale diverso da quello folk. Una volta uscita dal talent è nata una band dallo stile totalmente diverso da quello di oggi, dal repertorio elettropop. Lo stesso gruppo, dopo poco, si è ridotto ed è entrato Piero come batterista. Un evento in particolare realizzato a sostegno della catastrofe di Amatrice ha portato Emma, Luca e Piero a suonare in trio, senza tastiere: da quel giorno è nata quella grande sintonia che oggi ha consolidato la formazione.

Emma Morton, donna, mamma e artista, vuole vivere e lavorare in musica senza filtri. Affronta la quotidianità di pancia e di istinto escludendo approcci strutturati. Per lei, tutto deve essere esternato in libertà. Non segue tendenze, tantomeno ricopre ruoli e stereotipi legati alla donna. Crede nella fedeltà e nell’autenticità delle persone. Adora ricercare ed esplorare gli argomenti tabù intravedendo anche nelle situazioni più scomode la bellezza delle cose. Musicalmente ed esteticamente è molto legata al passato. Da quando è mamma è cambiato il suo approccio sia alla musica sia alla vita: ha scoperto il vero valore dell’amore, partendo da se stessa.

All’Italia Emma vorrebbe lasciare il suo concetto della qualità e la convinzione che nell’essere veramente se stessi non bisogna mai vergognarsi; la vita è fatta di debolezze, di desideri e di problemi. Afferma: “Non è bene tenere così tanto all’apparenza; dobbiamo lasciarci andare. Vorrei lanciare un messaggio contro il maschilismo italiano in cui la donna viene spesso considerata in primis per i suoi attributi estetici; sarebbe meglio essere un po’ più liberi, accettare e accettarsi di più, anche affrontando con più facilità quegli argomenti tabù che spesso vengono volutamente tenuti nascosti per la paura del giudizio”.

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